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Scoperta una fabbrica abusiva di sigarette nel Milanese: poteva produrne 2 tonnellate al giorno

La guardia di finanza ha scoperto che una banda stava costruendo a Bernate Ticino (Milano) uno stabilimento nascosto per produrre sigarette contraffatte. Sono indagate sette persone, raggiunte da altrettante misure cautelari.
A cura di Enrico Spaccini
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La guardia di finanza ha scoperto la realizzazione di uno stabilimento nascosto nell'area industriale di Bernate Ticino (nella Città Metropolitana di Milano) che sarebbe stato in grado di produrre due tonnellate di sigarette al giorno di marchi contraffatti di note aziende produttrici. Sono state notificate in tutto sette misure cautelari, di cui due in carcere, ad altrettanti indagati. Uno dei componenti della banda ha precedenti di polizia per contrabbando ed è legato a una delle famiglie napoletane più attive nel campo.

La costruzione dello stabilimento a Bernate Ticino

Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Procura di Napoli, l'associazione per delinquere scoperta dal Gruppo d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Gico) del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza aveva base operativa proprio nel capoluogo campano.

La banda, specializzata nel traffico di tabacchi lavorati esteri contraffatti, stava lavorando alla costruzione di uno stabilimento dedicato alle attività di contrabbando a Bernate Ticino.

Macchinari per la produzione di due tonnellate di sigarette al giorno

In particolare, i finanzieri hanno scoperto il piano della banda dopo aver rintracciato alcuni operai di origine straniera specializzati nell'assemblaggio di macchinari che negli ultimi tempi erano stati contattati per la messa in opera delle strumentazioni necessarie per la produzione illecita di sigarette. Queste sarebbero state in grado di produrne anche due tonnellate al giorno.

Sono sette in tutto le persone indagate e raggiunte da misura cautelare. Di queste, due prevedono il carcere mentre per le altre si tratta di detenzione domiciliare. Uno degli indagati è risultato essere legato a una delle famiglie napoletane più attive nel contrabbando di sigarette.

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