Scontro totale tra Fontana e governo: “Folli i divieti per Natale, d’accordo con chi li violerà”
Un presidente di regione che si dichiara sostanzialmente d'accordo con chi violerà un decreto varato dal governo. Lo scontro istituzionale tra Regione Lombardia e il governo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte arriva a un livello preoccupante, soprattutto per i cittadini lombardi che si trovano già alle prese con l'emergenza Coronavirus – che in Lombardia continua a far registrare i numeri più alti di tutta Italia – e avrebbero diritto almeno a un po' di armonia e chiarezza da parte delle istituzioni che li guidano.
E invece le parole del presidente Attilio Fontana, rilasciate al quotidiano "Libero", testimoniano come tra Palazzo Lombardia e Palazzo Chigi la frattura sia probabilmente ormai insanabile. Quella che era iniziata come una polemica e sta assumendo toni preoccupanti è sorta intorno alle norme varate dal governo in vista del Natale. In aggiunta alle restrizioni legate alle diverse fasce di rischio in cui resta suddiviso il Paese (fascia gialla rischio moderato, arancione rischio alto e rossa rischio massimo), con l'ultimo Dpcm del 3 dicembre e con un decreto legge ad hoc l'esecutivo guidato da Conte ha introdotto ulteriori restrizioni in vista delle festività: il divieto di spostamenti tra regioni (anche in fascia gialla) dal 21 dicembre al 6 gennaio e il divieto di spostamento tra comuni il 25, 26 dicembre e 1 gennaio.
Le parole di Fontana: D'accordo con chi annuncia che violerà i decreti
"Una sciocchezza", secondo il governatore leghista della Lombardia, che già negli scorsi giorni aveva definito "una cosa insensata" i divieti previsti dal governo. Adesso però Fontana ha rincarato la dose, parlando di provvedimenti folli e aggiungendo: "Sono d'accordo con chi annuncia che violerà i decreti previsti dal governo per Natale". Parole pesanti, che potrebbero creare caos in vista delle festività. Fontana nel corso dell'intervista ha parlato di una norma insensata "dal punto di vista epidemiologico", perché "non ha senso che sia considerato sicuro muoversi per le visite nel proprio comune e sia definito pericoloso andare a trovare qualcuno che abita nel paese di fianco", e ha anche criticato il metodo del governo: "Ci era stato detto che avremmo ricevuto una copia del Dpcm e che poi l'avremmo discussa, invece ci siamo visti recapitare un decreto nel cuore della notte, senza la possibilità di discuterne". Nei confronti dell'esecutivo c'è una sola, piccola apertura: "Siamo ancora in tempo per intervenire, basta la volontà politica. L'ho chiesto al premier Conte", ha detto il presidente della Lombardia, che si è augurato che il governo "abbia un sussulto e sistemi la norma".