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In Lombardia manca il personale per vaccinare: è scontro tra Moratti e Arcuri

È di nuovo polemica tra Regione Lombardia e il Governo. Da una parte Letizia Moratti, che accusa il commissario Domenico Arcuri per le “incertezze” nell’invio del personale per vaccinare e nell’approvvigionamento delle dosi. La replica di Arcuri: “Abbiamo inviato 229 tra medici, infermieri e sanitari ma solo 4 sono al lavoro, gli altri attendono da giorni le visite mediche da Ats”.
A cura di Simone Gorla
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L'accusa: "Arcuri non ci manda il personale per vaccinare". La replica: "È falso, abbiamo inviato 229 tra medici, infermieri e sanitari ma solo 4 sono al lavoro, gli altri attendono le visite mediche da Ats".

È un nuovo capitolo, l'ennesimo, della polemica tra Regione Lombardia e Governo. Un continuo botta e risposta cui siamo stati abituati fin dall'inizio dell'emergenza Coronavirus. L'ultimo scontro è stato aperto lunedì da una nota di Letizia Moratti. Sui vaccini, ha scritto la vicepresidente e assessore al Welfare, la Lombardia "è pronta, ma urge personale e la certezza di avere a disposizione vaccini sufficienti per avviare le somministrazioni".

Moratti: Siamo pronti ma mancano risorse umane e dosi

Secondo Moratti, tutto è pronto per organizzare la ‘fase 2' della vaccinazione anti-Covid, "ma è necessario che il commissario Domenico Arcuri assicuri certezze su due fronti ben precisi per i quali si è impegnato. Innanzitutto, l'invio promesso di un apporto di risorse umane aggiuntive. Arcuri ha previsto l'arrivo in Lombardia di personale sanitario a supporto, medici ed infermieri, ma ad oggi nessuno si è visto. Per febbraio si attendono 123 unità, fino a un massimo nei mesi estivi di 2.544 addetti al mese per giugno, luglio ed agosto".

"Non è possibile – ha attaccato Moratti – fare affidamento su numeri totalmente aleatori. È già stata richiesta più volte la pianificazione relativa alla gradualità degli arrivi del personale, ma non abbiamo mai ricevuto risposta". "Inoltre, è assolutamente fondamentale – ha continuato – assicurare l'arrivo dei vaccini. L'incertezza dell'approvvigionamento programmato delle dosi costituisce per la Lombardia un grave ostacolo all'organizzazione di una macchina che non può permettersi rallentamenti".

Arcuri: Medici e infermieri inviati, ma Ats non li hanno ancora messi al lavoro

Dal commissario Arcuri in serata la replica, con precisazione: Moratti parla di "123 fra medici, infermieri e assistenti sanitari" ma "in realtà, il personale aggiuntivo già selezionato e destinato alla Lombardia è di gran lunga maggiore: si tratta, infatti, di 229 fra medici, infermieri e assistenti sanitari".

Spiega però Arcuri che "di questi, purtroppo, soltanto 4 hanno già potuto entrare in servizio presso l'Ats di Pavia. Tutti gli altri sono infatti in attesa, ormai da diversi giorni, delle necessarie visite mediche da parte delle Ats Regionali". Il Commissario Straordinario per l'Emergenza Covid nel dettaglio sottolinea che i professionisti inviati finora sono "12 da parte dell'Ats Val Padana, 10 dell'Ats Pavia, 43 dell'Ats Brescia, 13 dell'Ats Brianza, 27 dell'Ats Bergamo, 28 dell'Ats Insubria e 86 dell'Ats Milano. Infine, 6 hanno effettuato le visite mediche presso l'Ats della Montagna ma sono in attesa di ricevere dalla stessa Ats l'idoneità".

La vicepresidente lombarda: Fabbisogno è di 1000 operatori, arrivato meno di un quarto

Quindi la controreplica di Moratti in serata: "Il fabbisogno di personale aggiuntivo per la vaccinazione anti covid di Regione Lombardia era di oltre 1000 operatori impegnati per la prima fase. Sono stati assegnati 460 , tra medici e infermieri e assistenti sanitari. I 229 che cita il Commissario – selezionati dalla società interinale Man Power, aggiudicatrice dell'appalto nazionale- rappresentano, quindi circa metà dell'assegnato e meno di un quarto del fabbisogno".

La vicepresidente lombarda spiega poi che la disponibilità "è stata comunicata alle Ats solo venerdì scorso" e "la maggior parte dei selezionati ha rifiutato in seguito alla destinazione assegnata, il numero si è dunque notevolmente ridotto". "Alcuni di loro – ha aggiunto – sono in attesa di visita per motivi personali e tra quelli che hanno già effettuato la visita attendono che la società interinale, responsabile dell'appalto nazionale, stipuli il contratto di lavoro che prevede turni di lavoro inferiori alle 8 ore, per 5 giorni la settimana".

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