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Simba La Rue e Baby Touche, le news sulla faida

Sconto di pena per Simba La Rue, condannato per la faida con Baby Touché: le motivazioni della sentenza

La Corte d’Appello di Milano il 17 giugno scorso ha ridotto la pena per il trapper Simba La Rue, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, condannato nell’ambito dell’inchiesta sulla “faida tra trapper”. Sono state depositate le motivazioni della sentenza.
A cura di Ilaria Quattrone
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La Corte d'Appello di Milano il 17 giugno scorso ha ridotto la pena per il trapper Simba La Rue, all'anagrafe Mohamed Lamine Saida, condannato nell'ambito dell'inchiesta sulla "faida tra trapper" perché, insieme ad altre cinque persone, era stato accusato di aver aggredito due ragazzi vicini al rivale e trapper Baby Touché, nome d'arte di Amagour Mohamed Amine, che successivamente era stato vittima di un'altra aggressione.

In un secondo momento infatti Baby Touché – che non ha mai sporto denuncia – era stato accerchiato, colpito con calci e pugni, caricato all'interno di un veicolo e filmato con il volto sanguinante. I video in cui lo sbeffeggiavano erano stati poi caricati sui social. Il giovane era stato poi liberato a Calolziocorte (Lecco).

La Corte di Appello ha ridotto leggermente la pena prevista dalla sentenza pronunciata il 12 ottobre 2023: Simba La Rue era stato infatti condannato con rito abbreviato a quattro anni di reclusione a 1.200 euro di multa. L'avvocato difensore aveva poi presentato ricorso alla Corte di Appello di Milano, che ha poi ridotto la pena a tre anni, nove mesi e dieci giorni.

Nelle motivazioni della sentenza, i giudici hanno spiegato che quanto accaduto è maturato in un contesto che è quello delle bande di trapper che agiscono a Milano e in altre grandi città e che rappresentano "un fenomeno" nato dalla musica hip hop diffusa "nelle periferie delle metropoli statunitensi e dall' imitazione di molti giovani per i trapper più famosi, che ha dato origine alla formazione di bande, che commettono reati".

In particolare modo i giudici hanno affermato che una caratteristica essenziale delle azioni "compiute dai gruppi di trapper è la loro ‘spettacolarizzazione'". Dopo la "relativa esaltazione all'interno dei brani musicali, le azioni, in un primo momento solo decantate, finiscono per essere realmente effettuate e riprese, con veri e propri video montati con gli smartphone da chi vi partecipa, per poi essere diffuse, anche con commenti entusiastici, sui social network: ciò al fine di acquisire non solo visibilità. ma anche un vero e proprio potere all'interno dell'ambiente di riferimento, fondato sulla forza e la paura".

Riferendosi al caso di specie, la Corte ha rivelato che questo non solo ha dato "luogo a una vera e propria escalation di violenza, l'intento di creare scalpore e far prevalere forme di giustizia privata, al di fuori delle logiche delle persone comuni, viene pubblicizzato e ampiamente diffuso, tramite i social network, benché non si tratti certamente di atti eroici di cui vantarsi". 

Per i giudici l'obiettivo delle aggressioni era quello di attuare una ritorsione, annientando il nemico con tutti i mezzi. Tanto è vero che il trapper Simba La Rue – che per i giudici avrebbe guidato i due agguati – nel caso dell'aggressione ai danni di un ragazzo vicino al rivale Baby Touché, "non si accontenta di terrorizzare e colpire brutalmente e reiteratamente, unitamente ai complici l'avversario, con calci e pugni, ma lo ferisce con un coltello alla gamba. Gesto che, per le modalità della zona attinta, rivela che lo scopo è quello di oltraggiare, mortificare, ferire, non soltanto fisicamente, ma anche moralmente alla vittima".

I giudici hanno poi spiegato di aver voluto abbassare le pene per Simba e per gli altri imputati per "dare un segnale di fiducia, a fronte delle manifestazioni di resipiscenza, sfociate anche nel versamento di una somma di denaro, a titolo del risarcimento del danno" alla vittima della rapina.

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