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Scomparsa di Iuschra, conferito al medico legale l’incarico di estrapolare il Dna dal teschio

La Procura di Brescia ha incaricato Andrea Verzeletti, medico legale degli Spedali Civili del capoluogo di provincia lombardo, di estrapolare il Dna dal teschio ritrovato lo scorso 4 ottobre in un bosco a Serle, dove due anni fa è scomparsa la piccola Iuschra Gazi. Il dottor Verzeletti comparerà poi il Dna con il profilo genetico dei genitori per stabilire se il teschio appartenga o meno all’allora 12enne.
A cura di Filippo M. Capra
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Inizieranno nei prossimi giorni le operazioni per estrapolare il Dna dal teschio ritrovato in un bosco a Serle, nel Bresciano, che potrebbe appartenere alla piccola Iuschra Gazi. La bambina di 12 anni affetta da autismo era scomparsa proprio nelle zone limitrofi a quelle del ritrovamento del teschio ormai due anni fa.

La Procura ha conferito l'incarico al medico legale degli Spedali Civili di Brescia

La Procura di Brescia ha conferito l'incarico a un medico legale che dopo l'estrapolazione del Dna del reperto osseo lo confronterà con il profilo genetico dei genitori della piccola per avere un'eventuale conferma, o smentita, dell'identità che si cela dietro al cranio rinvenuto. L'incarico è stato firmato anche dai genitori di Iuschra, presenti oggi in Procura insieme al loro avvocato: ad occuparsi delle operazioni sarà il medico legale degli Spedali Civili di Brescia Andrea Verzeletti.

Il ritrovamento del teschio a due anni dalla scomparsa di Iuschra

La scoperta del teschio risale allo scorso 4 ottobre. Un cacciatore della zona, notato il resto osseo umano, ha allertato le forze dell'ordine che sono intervenute isolando la zona. La notizia era stata accolta con un certo interesse proprio per il possibile legame con la scomparsa della piccola di 12 anni. Il 19 luglio del 2018, Iuschra si trovava insieme ad un gruppo della Fobap (Fondazione bresciana assistenza psicolabili) nei boschi quando, improvvisamente, si persero le sue tracce. Per la sua scomparsa, è stata condannata Roberta Ratti, l'educatrice della fondazione responsabile quel giorno della dodicenne. La donna ha patteggiato una condanna a otto mesi di carcere per omicidio colposo.

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