Scioglimento dei ghiacciai lombardi, il glaciologo Smiraglia: “Le Alpi rischiano di diventare Appennini”
Caldo e siccità. Sia in pianura che sulle montagne della Lombardia la mancanza di acqua mette a dura prova residenti e agricoltori: non solo in questi giorni ma da anni però a essere in agonia a causa dei cambiamenti climatici sono i ghiacciai. La loro estinzione è questione di tempo. "Se la situazione non cambia, nel 2100 i ghiacciai in Italia spariranno. E le Alpi diventeranno come gli Appennini": a spiegare tutto a Fanpage.it è il glaciologo Claudio Smiraglia, già professore dell'Università degli Studi di Milano. Per quarant'anni ha studiato i ghiacciai, oggi le sue ricerche sono continuate anche dai suoi studenti.
Professore, in questi giorni si sta parlando di mancanza d'acqua. Nulla possono fare i ghiacciai?
I ghiacciai sono solo una piccola fonte dell'acqua disponibile, ma sono essenziali in periodi come questi di forte siccità quando laghi e altri bacini artificiali sono ridotti del 70 per cento. Anche loro però risentono della siccità soprattutto per la carenza di "alimentazione", ovvero di altra neve che si accumula sul ghiaccio durante l'inverno e permette di espandere il ghiacciaio. Questo non accade più. In questi giorni i ghiacciai sono ai livelli di come dovrebbero essere a fine estate.
Vittime di queste ondate di caldo dunque sono anche i ghiacciai?
È normale che d'estate il ghiacciaio perda centimetri, il vero problema è quando questi centimetri di ghiaccio non si riformino durante l'inverno. Come quest'anno, quando d'inverno è mancata tutta l'alimentazione nevosa e già a fine primavera le temperature erano ben oltre la media stagionale: questo non fa altro che accelerare la ritirata dei ghiacciai. È un dato di fatto indiscutibile. Questi periodi di forte siccità poi di certo non aiutano.
Tra qualche anno assisteremo alla scomparsa dei ghiacciai in Italia?
Abbiamo avuto nell'arco degli ultimi vent'anni l'estinzione di qualche centinaio di ghiacciai sulle Alpi italiane. Parliamo ovviamente al momento di ghiacciai di piccole dimensioni. Invece i più grandi (per il momento) si frammentano in più corpi glaciali.
Lei ha sempre studiato il ghiacciaio dei Forni in Valtellina. Anche questo è destinato a scomparire?
Non facciamo previsioni. Noi possiamo fare solo scenari possibili: se fra 20 anni la tendenza dell'immissione del gas serra nell'atmosfera, se il pianeta sarà sempre più popolato e se l'utilizzo dei combustibili fossili (eccetera) non cambierà, possiamo dire con certezza che nel 2050 i ghiacciai delle Alpi si ridurranno di un altro il 30 per cento. Se lo scenario non cambia, abbiamo ipotizzato che il ghiacciaio dei Forni scomparirà nel 2100. Questo ghiacciaio già non esiste più come corpo unitario. Questo vuol dire che è ancora più sensibili alle temperature. Certo è che la riduzione dei ghiacciai è sempre più evidente.
E gli scenari peggiori li stiamo già vivendo…
Se non cambieremo le abitudini, la situazione andrà solo peggiorando. Entro il 2050 rimarranno così i grandi ghiacciai e non saranno come li vediamo ora. Nel 2100 le Alpi diventeranno come gli Appennini. Non dobbiamo dimenticare che la riduzione dei ghiacciai è uno degli effetti di questo cambiamento climatico ed è sicuramente il più visibile agli occhi delle persone.
Cosa dovrebbe accadere per evitare la scomparsa dei ghiacciai?
Non basta un anno di forti nevicate per invertire la tendenza, sono necessari decenni di inverni nevosi ed estati miti per fare in modo che i ghiacciai aumentino le proprie dimensioni. Questo perché rispondono dopo anni al cambiamento climatico. Ma questo difficilmente accadrà.
Qual è il prossimo ghiacciaio lombardo destinato all'estinzione?
È difficile capire quale, certo è che al passo Gavia il piccolo ghiacciaio Sforzellina è scomparso sotto i detriti. Il ghiaccio è ridotto a piccole placche. Questo perché i ghiacciai sentono le fasi di crisi e attuano una sorta di auto-protezione: basti pensare che negli anni Settanta i ghiacciai erano visibilmente tutti bianchi, mentre ora sono neri. Questo perché il ghiaccio si abbassa e le pareti rocciose restano scoperte tanto da crollando sul ghiacciaio. I detriti, quando superano un certo spessore, impediscono al ghiaccio di scioglieri permettendo così al ghiacciaio di sopravvivere un po' più a lungo. Vengono chiamati i ghiacciai neri. Con il tempo però anche questo sistema di autoprotezione sta perdendo efficacia. Riducendo tutto a una questione di tempo.
L'uomo dunque deve cambiare le sue abitudini se vuole salvare i ghiacciai. Ci riuscirà?
È giusto non essere pessimisti e pensare che può accadere. Però è anche vero che dopo le grandi conferenze sul clima, come quella di Rio e Parigi, un intervento massiccio poi non c'è mai stato e non so se ci potrà mai essere. Perché un vero cambio della rotta significherebbe soprattutto fermare i Paesi più ricchi.
Il suo gruppo di ricerca ha progettato grandi teli per ricoprire i ghiacciai e proteggerli dalle alte temperature. Potranno salvare i ghiacciai?
Il metodo funziona, sotto questi teli si salva il 70 per cento di neve e ghiaccio. Lo abbiamo applicato su grande scala sul ghiacciaio Presena: abbiamo salvato la parte bassa che altrimenti già non ci sarebbe più. Oggi però è impensabile salvare tutti i ghiacciai del mondo con questa tecnica, sia per motivi economici sia per motivi ambientali. Tecniche come questa quindi si possono applicare solo in determinati casi: dove già i ghiacciai sono in crisi e dove c'è un interesse economico che vale la pena tutelare. Ma è impossibile salvare tutti i ghiacciai.