Scambio di neonati in culla a Brescia, famiglia denuncia ospedale: “Ho allattato un’altra bambina”
Vanno a partorire ma gli consegnano la bambina sbagliata. È l'incredibile vicenda accaduta a una coppia di Brescia, che hanno denunciato la Fondazione Poliambulanza di Brescia, chiedendo ora un risarcimento danni all'ospedale. La verità infatti non è emersa immediatamente, ma solo dopo oltre 24 ore la verità è uscita fuori. La donna che ha sporto denuncia ha avuto così tempo e modo di allattare la bambina, prendersene cura, stabilire un legame con lei. Ma non era sua figlia. Ad avanzare dei dubbi è stato il marito e alla fine la verità è venuta fuori, generando un vero e proprio choc nella madre, che avrebbe successivamente avuto difficoltà a stabilire un rapporto con la bambina che aveva partorito
La vicenda è raccontata sulle pagine locali del quotidiano Il Giorno, dove a raccontare la vicenda di cui è stata protagonista è proprio la mamma vittima dello scambio di culla:
Ho partorito all'1.55 e sono stata in sala parto perché non erano disponibili posti letto e dovevano aspettare il tampone per il Covid 19. La mattina dopo ho chiesto della bambina e mi hanno risposto che era nel reparto di patologia neonatale e che dopo qualche ora avrei potuto vederla. Quando è arrivato l'esito del tampone ho domandato di poter prendere la piccola al nido e così mi hanno consegnato la mia presunta figlia. Quando mi è stata data erano presenti una dottoressa e un'infermiera. Mi hanno lasciato una culla, che riportava il nome di mia figlia. La bambina indossava gli abiti da me forniti
Cosa è successo dovrà ora stabilirlo un giudice. La famiglia che si è resa conto di quanto accaduto è assistita dall'avvocato Maria Cristina Tramacere. Ma continuando con la ricostruzione non solo il marito ha dei dubbi sul fatto che la piccola che ha visto dal vetro dell'asilo del nido sia proprio la stessa che gli è stata portata in camera, ma la piccola non ha il braccialetto e dentro la culletta ne trovano un altro con un nome diverso. Da quanto riportato l'altra famiglia ha scelto di non denunciare l'episodio.