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Sara Potente, scopritrice di Mahmood, a Fanpage: “Di lui mi ha colpito l’incredibile talento”

Intervista a Sara Potente, la donna che ha scoperto e rilanciato Mahmood. L’ex A&R di Universal Italia, ora direttrice artistica di Numero Uno, ha spiegato a Fanpage.it il lavoro prodotto con l’allora sconosciuto artista milanese fino al suo successo internazionale.
A cura di Filippo M. Capra
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Prima bocciato, poi rilanciato e condotto al successo. La carriera di Mahmood, arrivata ad un bivio da presunto dentro o fuori con la partecipazione ad X Factor (quando il programma televisivo era ancora sulla cresta dell'onda e davvero si pensava che potesse fare la differenza nel mercato discografico italiano), è meno banale di quanto in tanti vogliano credere. La madre Anna Frau ha sempre creduto nelle possibilità del figlio cercando di dare un seguito alla sua passione facendo mille sacrifici, Simona Ventura l'ha prima selezionato e poi scartato a X Factor, salvo riaverlo in squadra e restarci male quando è stato eliminato alla seconda presenza live. Sara Potente, invece, una delle donne più importanti della discografia italiana, l'ha rilanciato definitivamente aiutandolo a diventare il cantautore di successo che è.

Sara Potente a Fanpage: Ecco come ho scoperto Mahmood

L'allora A&R di Universal, oggi direttrice artistica di Numero Uno, ha dato credito alle doti autorali di Mahmood spingendolo a farsi le ossa dopo il talent show. Fanpage.it l'ha intervistata per farsi raccontare come è rinata la carriera musicale di Mahmood: dalla scoperta ad Area Sanremo al successo con Soldi e la vittoria sfiorata all'Eurovision.

Quando hai notato per la prima volta Mahmood?

Era ad Area Sanremo nel 2015. Lui si era presentato con il brano "Dimentica", vincendo. Gli fissai quindi un primo incontro in Universal dove parlammo per circa due ore di musica, di visione, di molte cose. Lui mi aveva fatto sentire alcuni provini che aveva fatto e, in modo molto chiaro, gli avevo detto che non c'era granché possibilità di metterci mano. Per questo motivo gli ho fatto una proposta sul medio lungo termine.

Quale? 

Gli offrii l'esempio degli ultimi vincitori di Sanremo Giovani. Solo Rocco Hunt aveva venduto bene, il che significava che dopo la kermesse, preparata al massimo delle potenzialità, si doveva uscire con un singolo e non con un Ep anche perché non avremmo avuto tempo per realizzare un prodotto di livello. In più dovevamo trovare il suo ambito di riferimento, era più urban o più pop? Ai tempi l'urban non era sviluppato come ora.

Quindi cosa faceste? 

Tracciammo la sua strada con il repertorio. Avevo notato la sua potenzialità incredibile, enorme, in campo autorale, era già stiloso e fresco, aveva una carica incredibile. Quindi, dopo alcune analisi e a seguito di Sanremo, l'idea era di chiuderci in studio con alcuni autori per tirare fuori il meglio. Va da sé che dopo la vittoria ad Area Sanremo tutte le discografiche lo cercarono ma alla fine lui, come mi ha ricordato al Festival di quest'anno, ha "scelto la più stronza, quella che mi ha detto subito la verità", ovvero io.

Quanto è stato importante essere sincera sin da subito con lui?

Fondamentale perché guadagnarsi la fiducia di Alessandro non è facile. E lui a sua volta è stato molto coraggioso a decidere di intraprendere questa strada perché aveva ancora da studiare e migliorarsi. Così, dopo la firma con Universal, abbiamo iniziato a lavorare sul repertorio fino alla scrittura di Pesos che piacque a tutti. Paola Corradini, promotion manager della discografica, lo aveva portato nelle radio per presentarlo e fargli cantare un paio di brani. Così, da lasciare un seme. Pesos venne passata senza grandi problemi e in estate fu invitato a diversi festival.

Poi cosa accadde? 

Che producemmo Uramaki, pezzo spaziale che però non ottenne il successo che meritava. In quel momento ricordo che Mahmood era abbattuto e scoraggiato, addirittura qualcuno in Universal mi disse di mollarlo. Io gli parlai e gli dissi: "Ok, ora basta singoli. Repertorio ne abbiamo, torneresti a Sanremo Giovani?". Lo stream – è bene ricordare – ai tempi non pagava ancora come ora, era un mercato diverso. Mi disse di sì e da lì iniziammo a costruire il percorso partendo da Gioventù Bruciata.

Quanto influì il cambio di regolamento per cui i due giovani vincitori si sarebbero poi esibiti tra i big?

Tantissimo, era un'occasione da cogliere. Con Gioventù Bruciata fa breccia nel cuore di Baglioni, vince e a febbraio è sul palco con i big con questa hit totale che è Soldi. Ricordo ancora quando mi chiamò Dardust per dirmi: "Allora Sara, come va? Come va? Come va?". E io non capii, quindi chiamai Ale e gli dissi a mia volta: "Come va? Come va? Come va?", e lui sorridendo si lamentò dicendo che Dardust aveva spoilerato il pezzo. L'idea era quella di farsi notare, perché nessuno era come lui allora.

Beh, vinse addirittura! 

E non lo avevamo minimamente pronosticato. Sapevamo di avere un pezzo fresco ma la vittoria non era tra le previsioni ovviamente. Da lì in poi Mahmood è finalmente diventato per tutti il brillante cantautore che è oggi, sfiorando la vittoria all'Eurovision e vincendo per la seconda volta il Festival di Sanremo in coppia con Blanco quest'anno.

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