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San Giuliano, donna uccisa a coltellate: compagno non confessa ma ammette frequenti liti per gelosia

Il compagno della donna uccisa a coltellate per strada ieri 7 febbraio a San Giuliano milanese è ora in carcere con l’accusa di omicidio. Dopo una notte di interrogatorio, l’uomo, cittadino albanese di 43 anni, non ha confessato frequenti liti con la moglie per motivi di gelosia. L’identificazione dell’uomo è stata possibile grazie ai preziosi dettagli forniti agli inquirenti dai testimoni oculari.
A cura di Giorgia Venturini
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Non ha confessato il presunto omicida, nonché convivente di Luljeta Heshta, la 47enne albanese uccisa con cinque coltellate ieri domenica 7 febbraio a San Giuliano Milanese alle porte di Milano, all'altezza tra il distributore Total Erg e la rotatoria di viale Repubblica dove la donna si prostituiva. L'uomo, A. K. di 43 anni, resta però in carcere: è stato fermato nella notte di oggi 8 febbraio, dodici ore dopo l'omicidio. Durante la notte ha risposto a tutte le domande degli inquirenti senza confessare l'omicidio ma ammettendo che la coppia spesso litigava per motivi di gelosia nonostante i venti anni di convivenza. E su questo punto si concretizza un possibile movente per gli inquirenti.

A incastrare l'uomo sarebbero i testimoni oculari

L'uomo, trovato in leggero stato di ebrezza, si sarebbe difeso precisando, durante l'interrogatorio, di non aver mai lasciato Milano durante tutta la giornata di ieri 7 febbraio: stando a quanto spiega la Procura in conferenza stampa, a incastrare l'uomo invece sarebbero i testimoni oculari, almeno due, dell'omicidio e il suo cellulare che è stato agganciato sul luogo e proprio all'ora dell'aggressione. Un ruolo chiave lo hanno avuto gli automobilisti che transitavano in zona, risultati poi fondamenti per risalire al presunto omicida: c'è chi ha ripreso l'uomo scappare via in un video girato con il cellulare, chi ha soccorso la vittima e chi ha fornito l'identikit l'assassino. Nel dettaglio, l'uomo indossava vestiti scuri e un paio di scarpe rosse. "Fondamentale per noi inquirenti è stato l'aiuto dei cittadini – precisano dalla Procura di Lodi -. C'è persino chi la sera, dopo il fermo, è venuto in caserma per l'identificazione". Nonostante però l'immediata assistenza alla donne, Luljeta Heshta è morta poco dopo l'arrivo in ospedale.

L'autopsia fissata per giovedì 11 febbraio

Dalle prima indagini è emerso che la coppia era residente in zona Corvetto, ma entrambi originari dell'Albania dove vivono ora i due loro figli avuti entrambi da delle precedenti relazioni. Da tempo la coppia litigava spesso, cosa che ha ammesso il marito, ora in carcere a Milano in attesa della convalida del fermo e con già altri precedenti di polizia alle spalle. Agli inquirenti però, al momento, non risultano precedenti denunce per maltrattamento e violenza domestica. Tra le certezze, invece, emersa dalle dichiarazioni degli inquirenti è che la donna era conosciuta nella via dell'omicidio, perché qui lavorava come prostituta. Resta ancora tutta da capire se il legame della coppia era solo quello di marito e moglie oppure anche di sfruttata e sfruttatore: per ora i magistrati si stanno concentrando sulla pista della gelosia. Ulteriori accertamenti chiariranno tutti gli altri nodi della vicenda: di grande aiuto nelle indagini potrà essere l'autopsia sul corpo della donna fissata per l'11 febbraio.

Nello stesso giorno un altro femminicidio

Il femminicidio di ieri 7 febbraio a San Giuliano milanese è il settimo dall'inizio dell'anno. Il terzo in un weekend: solo nella stessa giornata di ieri Piera Napoli, cantante neomelodica di 32 anni, è stata uccisa dal marito Salvatore Baglione, 37 anni a Palermo. Davanti ai magistrati l'uomo ha già ammesso le sue responsabilità. Sabato 6 febbraio invece è stato trovato il corpo senza vita di Ilenia Fabbri, la 46enne trovata senza vita poco prima dell'alba nella sua casa di Faenza. Dopo due giorni non c'è ancora nessun fermo.

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