Samarate, morta la partigiana Carla Locarno: durante la guerra aveva rischiato la fucilazione
Ha passato gli ultimi 75 anni a raccontare gli anni della Guerra portando avanti i valori dell'antifascismo. È morta a 95 anni Carla Locarno, presidente dell'Anpi di Samarate-Verghera, in provincia di Varese. Con la sua famiglia aveva toccato sulla propria pelle la crudeltà della guerra: aveva lavorato come staffetta partigiana tenendo collegamenti e mantenendo messaggi per la formazione della 1° Brigata Lombarda, quella che operava sui due lati del Ticino. Carla era anche stata arrestata e aveva rischiato la fucilazione in piazza: "Dovevano fucilarla davanti alla manifattura a Verghera – racconta a "Varese News" il genero Massimo Ceriani – Ha passato trenta giorni al carcere di San Vittore, poi solo grazie ad un medico di Samarate non è stata deportata". Insieme a tutta la famiglia gestiva l'osteria "Roma a Veghera" diventato un punto di smistamento delle nuove leve e centro di informazione della cospirazione dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943. Colonna portante della formazione era il fratello Nino Locarno, ucciso poi il 5 gennaio del 1945 in una cascina ai margini del paese di Ferno insieme a quattro compagni che passeranno alla storia come i "Cinque martiri di Ferno".
Carla Locarno: Bisogna mettersi in testa di non fare più la guerra
Durante la sua ultima partecipazione al 25 aprile dello scorso anno aveva raccontato del "clima euforico che c'era i piazza quando l'Italia era stata liberata dai tedeschi e dai fascisti. Oggi, dopo settant’anni ricordare il 25 aprile significa festeggiare. Festeggiare la libertà". Aveva poi ricordato che oggi le guerra esistono ancora: "Guardate la Siria e tutti i bombardamenti sui civili, guardate la Libia, dove ci sono gli interessi del petrolio e delle armi. Bisogna mettersi in testa di non fare più la guerra, bisogna avere rispetto per gli altri popoli. Spero per i miei nipoti, per Mattia che sta diventando grande, che ci sia la pace".