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Salvini contestato a Legnano: durante il comizio un 49 sul balcone con i palloncini e urla “ladro”

Matteo Salvini è stato accolto con una contestazione a Legnano, la città del Carroccio, dove è intervenuto a sostegno della candidata sindaca della Lega. Mentre parlava dal palco su un balcone è comparso il numero ’49’ mentre un gruppo di ragazzi ha urlato “ladro” e “restituisci i 49 milioni”.
A cura di Simone Gorla
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Contestato a Legnano, la città del Carroccio. Matteo Salvini forse si aspettava di ricevere un'accoglienza più amichevole nella città della provincia di Milano dove oggi è andato per sostenere la campagna elettorale della candidata sindaco Carolina Toia.

Salvini contestato a Legnano: urla "ladro" e un 49 sul balcone

Mentre il leader della Lega parlava dal palco rivolto ai suoi sostenitori, proprio di fronte a lui su un balcone è comparso un vistoso numero 49, in riferimento al caso dei 49 milioni di euro di fondi finiti al centro delle indagini della magistratura. Intanto un gruppo di ragazzi si è avvicinato e ha urlato "ladro" e "restituisci i soldi". Salvini ha replicato "chi conosce l'insulto e la contestazione ha già perso". Poco dopo ha finito il comizio e si è dedicato ai selfie con i suoi supporter.

Durante l'intervento Salvini ha detto che "cambiare la legge elettorale per me non è una priorità, mi interessa meno di zero, per me le priorità sono il lavoro e la sicurezza delle donne", quindi ha attaccato la ministra Azzolina, dicendo che "il governo ha avuto 6 mesi e scopriamo che mancano insegnanti e banchi".

La comparsa del simbolico '49' ha ricordato la contestazione dei balconi, partita nella primavera del 2019, quando Salvini era ministro dell'Interno, con striscioni e scritte contro le sue politiche.

Pomodori e insulti a Torre del Greco

Nei giorni scorsi Salvini era stato accolto con lanci di pomodori e insulti a Torre del Greco, dove era intervenuto per sostenere il candidato governatore della Campania Stefano Caldoro. In quell'occasione il comizio era durato appena cinque minuti: il leader della Lega aveva dovuto fermare tutto per via delle forti contestazioni, tra fischi, slogan.

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