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Saluti romani al presidio in ricordo di Ramelli: la Digos studia i filmati per le denunce

Ieri sera, giovedì 29 aprile, si è svolta la commemorazione in ricordo di Sergio Ramelli, lo studente del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975. Durante il corteo erano presenti centinaia di persone: alcune di loro hanno fatto il saluto romano e non hanno rispettato le disposizioni anti-Covid. La Digos quindi sta procedendo con l’analisi delle immagini e dei video per identificare i partecipanti e procedere con le denunce.
A cura di Ilaria Quattrone
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Saluti romani e assembramenti: gli agenti della Digos stanno analizzando le foto e i filmati per procedere con le identificazioni dei partecipanti al presidio in ricordo di Sergio Ramelli – giovane attivista del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 – che si è tenuto ieri sera, giovedì 29 aprile. Stando a quanto riportato dal quotidiano "La Repubblica" oltre alle denunce, per aver violato la Legge Scelba che vieta "le manifestazioni caratteristiche del disciolto partito fascista", potrebbero scattare le sanzioni per aver violato le disposizioni anti-Covid.

Centinaia di partecipanti, alla cerimonia ufficiale anche il sindaco Sala

La commemorazione ufficiale si è svolta nei giardini di via Pinturicchio dove era presente anche il sindaco Giuseppe Sala. Dal 2014, infatti quando la carica di primo cittadino era rivestita da Giuliano Pisapia, il sindaco partecipa alla cerimonia. Negli anni la celebrazione è stata spesso terreno di scontro ideologico: ogni anno infatti all'evento pubblico e ufficiale partecipa anche un presidio neo fascista. Anche quest'anno tra le centinaia di persone presenti, in molti assembrati e senza dispositivi di protezione individuale, alcuni hanno fatto il saluto romano.

Nessuno scontro con le forze dell'ordine

Ieri per le vie della città non ci sono state tensioni, il corteo è durato solo pochi minuti. In passato invece si sono spesso verificati scontri con le forze dell'ordine. Nel 2019, per esempio, ci fu uno scontro con la polizia e alcuni manifestanti erano rimasti leggermente feriti. Altri erano stati denunciati per il reato di apologia al fascismo per poi essere condannati a un mese e dieci giorni di carcere.

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