Salgono a 9 i casi di epatite acuta nei bambini in Lombardia: “Definito protocollo di accertamento”
Sono nove i casi in Lombardia di bambini colpiti dall'epatite acuta di origine ancora sconosciuta. Altri due sono ancora in corso di valutazione. Lo ha reso noto l'assessora al Welfare e vicepresidente della Regione Letizia Moratti in risposta all'interrogazione presentata dal consigliere dei Cinque Stelle Gregorio Mammì. Di questi, sette casi riguardano bambini tra 0 e 4 anni, uno tra 5 e 9, e uno con più di 10 anni: il bimbo che ha dovuto subire un trapianto di fegato a causa della grave infiammazione epatica.
Il programma di sorveglianza
Come aveva già spiegato a Fanpage.it il direttore del reparto Pediatria e patologia neonatale all'ospedale San Paolo di Milano, Giuseppe Banderali, la prima segnalazione di epatite acuta nei bambini è arrivata nei primi giorni d'aprile dalla Gran Bretagna. Da quell'alert, la Regione Lombardia ha attivato un programma specifico di sorveglianza per accogliere le segnalazioni. Un sistema che intende intercettare ogni caso sospetto sul territorio. Ad oggi, l'Ats che ha registrato più casi è quella di Bergamo: tre. A Milano, Insubria (Varesotto e Comasco) e Brescia sono due.
"Non esistono terapie di documentata efficacia"
Nelle ultime settimane "i laboratori hanno definito un protocollo che uniforma gli accertamenti da effettuare all'eventuale segnalazione", dicono dalla Regione. In particolare, si devono effettuare analisi che identifichino la presenza dei comuni virus epatotropi (quelli che causano le epatiti che già conosciamo), in particolare degli adenovirus. Non essendo ancora nota la causa di questo tipo di infiammazione, "non esistono terapie eziologiche di documentata efficacia terapeutica", afferma il Welfare lombardo. Al momento, tranne il caso del bambino di Bergamo che ha dovuto subire un trapianto di fegato, gli altri non riportano sintomi gravi. Sette dei nove, anzi, mostrano segni di miglioramento, mentre l'ottavo è ancora sotto osservazione.