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Sala e Fontana litigano sulle case popolari: “Non sono nervoso, ma la gestione di Aler è fallimentare”

Prosegue il botta e risposta tra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, relativamente alla gestione di Aler.
A cura di Ilaria Quattrone
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È ancora botta e risposta tra il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco del comune di Milano Giuseppe Sala sulla questione Aler. L'Azienda gestisce l'assegnazione delle cosiddette case popolari. Da diversi anni, i partiti contestano lo stato di degrado in cui versano alcuni alloggi: muffe, abusivismo e occupazione illegale di alcuni stabili. Nonostante le promesse che si sono susseguite per anni e i proclami relativi ad alcuni progetti di riqualificazione messi sul tavolo, in alcuni stabili la situazione è ancora ferma al punto di partenza. 

L'incendio in via Bolla

Negli ultimi giorni, il tema è tornato alla ribalta dopo l'incendio esploso negli edifici di via Bolla. Il rogo è partito dalle cantine e sembrerebbe essere stato causato da un cortocircuito di alcuni allacci abusivi. A rendere più complesse le operazioni di spegnimento sarebbero stati i cumuli di rifiuti presenti nelle cantine. Nel complesso di via Bolla ci sono due stabili: l'edificio A e quello B. Nel primo gli alloggi sono 156, di questi 90 sono occupati abusivamente. Nel secondo edificio gli alloggi sono 88, di cui 18 occupati. Al momento è previsto un intervento di riqualificazione per lo stabile B mentre un progetto di demolizione per quello A.

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Dopo la denuncia del vicepresidente del Municipio 8, Fabio Galesi, e i commenti arrivati dai consiglieri regionali come Carmela Rozza del Pd e Nicola Di Marco del M5s, sono intervenuti  Sala, l'assessore regionale alla Casa Alessandro Mattinzoli e Fontana. Il più duro è stato proprio il primo cittadino del capoluogo meneghino che ha definito la gestione fallimentare: "L'incendio di ieri in via Bolla purtroppo non è una sorpresa, ma la conferma che lì bisognava intervenire da tempo".

Il botta e risposta tra Sala e Fontana

Fontana ha poi risposto alle accuse di Sala sostenendo che il primo cittadino fosse "nervoso" e dando il via al famigerato botta e risposta: "No Presidente, non sono nervoso, sono combattivo. Per il bene di Milano. Ho chiesto io – scrive Sala – alla ministra Lamorgese di venire a Milano e di darci una mano per gestire meglio la questione sicurezza perché sono consapevole che si possa e si debba fare di più". L'inquilino di Palazzo Marino ha poi sostenuto di essere stato lui a battagliare sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ha poi concluso sottolineando ancora una volta: "La gestione Aler è fallimentare".

Non è quindi mancata la risposta di Fontana: "Confermo, il sindaco Sala è nervoso. Anzi, molto nervoso. Lo evidenziano i toni ‘perentori' con cui continua ad alimentare una polemica, discriminatoria verso Comuni che non siano Milano". Il Governatore fa riferimento a quanto lamentato dal sindaco Sala, secondo cui Regione Lombardia ha scelto dei parametri bizzarri per stanziare i fondi (252 milioni) ricevuti dal bando "Sicuro, verde e sociale": "Hanno fatto sì che avremo case popolari nuove e riqualificate, ma nei comuni sul Garda e nel bresciano (chissà perché). L'allusione fa riferimento al fatto che l'assessore regionale alla Casa, Alessandro Mattinzoli, sia originario di Desenzano del Garda.

I fondi destinati al Comune di Milano

Al Comune di Milano, di questi 252 milioni di euro, ne arriveranno solo 17 mentre altri 22 saranno destinati ai comuni della Città Metropolitana. "Il bando in questione chiudeva il 2 dicembre alle ore 12, data in cui il Comune di Milano non aveva presentato nulla. Solo grazie a una settimana di proroga, concessa responsabilmente a tutti i Comuni che non erano riusciti a ultimare la presentazione, gli uffici comunali hanno potuto completare le proprie domande", è la stoccata di Mattinzoli che continua sostenendo che Palazzo Marino avrebbe potuto presentare progetti per  almeno 45 milioni di euro ne ha invece presentati due: uno di 9,5 milioni e uno di circa 5. Difficile erogare risorse se non ci sono proposte. Forse la tanto decantata efficienza del Comune di Milano in questo caso non ha funzionato".  Oggi poi chiude il cerchio il presidente Fontana: "Per me, come dicono a Milano.. l'è ‘n poo tròpp comandina".

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