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Sabrina Baldini uccisa a Chignolo Po, la figlia: “Il compagno tentava di isolarla. Lei voleva solo essere libera”

Parla a Fanpage.it la figlia di Selene Baldini, 56enne uccisa a Chignolo Po (Pavia) dal compagno Franco Pettineo. “Era una donna sempre sorridente, anche se lui cercava di spegnerla. Non voleva che uscisse”
A cura di Chiara Daffini
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Sabrina Baldini Paleni con la figlia Selene Pettineo
Sabrina Baldini Paleni con la figlia Selene Pettineo

"Mamma non faceva altro che ripetermi che non vedeva l'ora di realizzare il suo sogno di starci vicina, era contenta perché dopo anni di manipolazioni stava finalmente prendendo la sua libertà, che le è stata tolta subito". In poche lapidarie parole Selene Pettineo, la figlia 26enne di Sabrina Baldini Paleni, sintetizza il dramma della madre, 56enne morta strangolata a Chignolo Po (Pavia) e per la cui uccisione è stato fermato il compagno Franco Pettineo, che ha successivamente confessato l'omicidio. L'uomo, 52 anni, fino ad ora incensurato, è il fratello dell'ex marito di Sabrina Baldini, da cui la donna ha avuto due figli.

Selene Pettineo, che nella casa di via Mariotto ha vissuto per anni proprio insieme alla mamma e al compagno, racconta a Fanpage.it l'incubo vissuto nella mattina di venerdì 14 marzo, quando lei stessa, insieme alle forze dell'ordine, ha trovato la madre senza vita in casa.

Selene, quando hai capito che qualcosa non andava?

"Dall'altro ieri sera (giovedì 13 marzo) alle 20 ha smesso di rispondere ai messaggi. Io ero al lavoro quella sera, e finendo alle 22 mi era sembrato strano che non mi chiedesse se ero arrivata, come era solita fare. Però era già capitato perché guardando la tv spesso si addormentava, quindi non ci ho dato peso. I sospetti sono esplosi l'indomani, quando sapevo che doveva fare il turno che iniziava alle 6 di mattina e nemmeno mi aveva scritto il buongiorno, cosa che faceva sempre. Ho iniziato a chiamarla, ma non rispondeva. Subito io e il mio compagno abbiamo chiamato la casa di riposo dove lavorava e le colleghe erano spaventate perché non si era presentata e non aveva nemmeno avvisato, cosa che non faceva mai. Non ha mai mancato un giorno di lavoro. Lì ho capito che i miei sospetti erano fondati e abbiamo chiamato i carabinieri per chiedere se potessero venire con noi in casa, perché eravamo certi di essere in pericolo. Mentre stavamo già andando, ho chiamato la vicina di mia madre, che mi ha riferito che il compagno se n'era andato intorno alle 8 del mattino, cosa anomala dal momento che aveva il turno di notte.  Fortunatamente, arrivati a Chignolo poco prima delle 10, avevo le chiavi di casa con me e siamo potuti entrare con gli agenti".

Facendo una scoperta terribile.

"Sì, io e il mio compagno abbiamo trovato il corpo. Mamma era sdraiata a terra in posizione supina, e al collo aveva segni di strangolamento. L'abbiamo trovata in corridoio, lui aveva chiuso semplicemente la porta del salotto, nemmeno a chiave. L'ha abbandonata e se ne é andato".

Dev'essere stato tremendo.

"La mia reazione è stata di sconvolgimento e blocco mentale, anche il mio compagno era disperato. Poi ci hanno allontanati subito e sono iniziate le indagini, quindi le domande… siamo stati in caserma tutto il giorno. Ho sempre avuto il terrore che succedesse, ma la mia speranza era che stessi esagerando io a pensare una cosa del genere. Purtroppo io e mio fratello l'abbiamo sempre avvisata, ci abbiamo provato fino all'ultimo".

Avevate captato segnali che vi avevano preoccupati?

"La sua violenza è sempre stata verbale e psicologica, che non è da meno a quella fisica. Parliamo di un uomo instabile, che pochi giorni prima aveva minacciato senza alcun motivo pure il mio compagno. Da quel che so io non erano mai avvenuti episodi di violenza fisica, se non contro porte o oggetti. Ovviamente anche quello non è da considerare normale, ma contro mia madre non avevo mai avuto contezza di gesti violenti".

C'era però un'aria di tensione, giusto?

"Sì, io ci ho litigato per vent'anni perché lui non mi ha mai accettata, ha sempre cercato di dividermi da mia madre, che voleva interamente sotto il suo controllo. Ci preoccupava da anni la sua instabilità, il fatto che lui la comandasse su tutto e lei dovesse stare sempre alla sue decisioni, sennò succedeva il finimondo. Non poteva neanche prendersi cura di me quando ero bambina e adolescente o spendere soldi per qualsiasi cosa mi servisse, anche le visite mediche, nonostante lei abbia sempre lavorato e avuto la sua indipendenza economica. Ho sempre cercato di proteggerla e penso che, ora che lei si era finalmente decisa, lui le ha tolto la possibilità di accompagnarmi all'altare e vedere nascere i suoi futuri nipoti".

Secondo te aveva deciso di lasciarlo?

"Si, dopo la discussione avuta domenica sera: era il compleanno di mia mamma, ed erano da noi. Avevano litigato per la casa di Chignolo Po, che lui voleva vendere per trasferirsi lontano. Mia mamma non era d'accordo, e lui è esploso dicendo che la stavamo manipolando… ma non era vero, lei non voleva stare lontano da noi. Io penso che lui sia ‘scoppiato' perché si era fissato con l'idea del trasloco. Stava già facendo le pratiche per mettere in vendita la casa, lei gli avrà detto ancora di no e che voleva chiudere e poco dopo sarà successo il fatto".

L'ultima volta che hai sentito tua madre ti è sembrata tranquilla?

"Si, l'ultima volta l'ho sentita il 13 marzo sera, verso le 20, mi aveva scritto che non vedeva l'ora di iniziare la sua nuova vita accanto a noi e godersi questi momenti insieme".

Che persona era Sabrina Baldini?

"Era una donna sempre sorridente. Anche se lui cercava di spegnerla, lei era piena di vita, vogliosa di fare tante cose, ma rinchiusa in una gabbia. Negli ultimi anni siamo riuscite ad andare a mangiare il sushi insieme, sembra banale ma è una cosa che da anni le chiedevo quando ero adolescente e non l'abbiamo mai fatta perché lui non voleva, finalmente si era decisa a fare tante cose: un semplice giro al parco la riempiva di gioia e allegria. È venuta con me a scegliere l'abito da sposa e aveva scelto anche il suo vestito per accompagnarmi all'altare. È stato un momento speciale e importantissimo che Franco non è riuscito a rubarci".

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