Ruby Ter, chiesta una condanna per Roberta Bonasia: chi è l’ex infermiera “fidanzata di Berlusconi”
Non solo Karima El Mahroug. Ieri, nella seconda requisitoria del processo Ruby Ter pronunciata dal sostituto procuratore Luca Gaglio, è stato pronunciato il nome anche di Roberta Bonasia. Soprannominata da alcuni dei 29 imputati come "la fidanzata del premier", per lei Gaglio e il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano hanno chiesto una condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione, e una confisca pari a 80mila euro. L'accusa è di corruzione in atti giudiziari in concorso con l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Chi è "la fidanzata del premier"
Ex infermiera dell'Azienda sanitaria locale piemontese To5, Roberta Bonasia (classe 1984) era un'assidua frequentatrice delle serate in villa San Martino ad Arcore. Nel 2010 ha vinto il titolo di "Miss Torino". Oggi ha cambiato vita e nome, ma le tracce di quelle cene sono rimaste. Sono 22 i bonifici partiti dal conto di Berlusconi e indirizzati al suo: 21 dal valore di 2.500 euro l'uno e un ultimo ben più sostanzioso, da 25mila euro. Secondo l'accusa, l'ex infermiera avrebbe beneficiato per diversi mesi anche di un appartamento in Torre Velasca, il grattacielo a forma di fungo che svetta nel centro storico di Milano.
Le testimonianze di Bonasia e gli atti di generosità
Per i due procuratori, quei bonifici altro non erano che "indebite corresponsioni per rendere e aver reso false dichiarazioni", nei processi Ruby 1 e Ruby 2. Bonasia, infatti, era stata convocata in quanto testimone e in aula avrebbe dovuto "favorire Emilio Fede, Dario Mora e Nicole Minetti nonché Berlusconi". Tuttavia, l'ex infermiera era una presenza ingombrante per molti. Gli stessi Fede e Mora, nelle motivazioni di condanna a 7 anni, l'avrebbero osteggiata perché "diventata la favorita di Berlusconi". Secondo il racconto di alcuni testimoni, era proprio l'ex premier a presentare la 26enne piemontese come la sua fidanzata. La difesa, però, sostiene che quegli spostamenti di denaro erano semplici atti di generosità, non certo finalizzati a far mentire Bonasia in aula. Quei 25mila euro, invece, altro non erano che una sorta di ristoro. La paura del Cavaliere era che tutta quella storia potesse in qualche modo ostacolare l'ascesa di Bonasia nel mondo dello spettacolo.