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Rompe una tazzina di caffè in faccia alla vicina e la minaccia: “Ho una pistola, ti ammazzo quando voglio”

Una 48enne sta affrontando un processo al Tribunale di Monza in cui è imputata per deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso e atti persecutori nei confronti di una vicina di casa. La donna le avrebbe rotto una tazzina di caffè in faccia e l’avrebbe minacciata di morte.
A cura di Enrico Spaccini
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È iniziato in questi giorni il processo a carico di una 48enne accusata di aver aggredito la sua vicina di casa il 4 ottobre del 2022. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, la donna, ora detenuta in carcere, mentre era agli arresti domiciliari in un'abitazione Aler di Brugherio (in provincia di Monza e della Brianza) avrebbe rotto una tazzina di caffè in faccia alla rivale e l'avrebbe minacciata. La 48enne è accusata di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, atti persecutori e anche evasione dai domiciliari.

Come riportato da Il Giorno, la situazione era delicata già a Capodanno del 2019 quando i carabinieri erano intervenuti in seguito a una segnalazione. Da quel giorno, sarebbero iniziate le denunce reciproche tra la 48enne, italiana, e la vicina di pianerottolo e coetanea di origini romene. La seconda, presunta vittima dell'aggressione, ha ricordato nell'aula del Tribunale di Monza l'aggressione che avrebbe subito dalla prima il 4 ottobre del 2022.

"Mi ha preso per i capelli in cortile e mi ha rotto in faccia una tazzina del caffè", ha raccontato la 48enne che porta ancora lo sfregio di quanto sarebbe accaduto. La donna avrebbe anche perso la sensibilità sulla parte destra del viso e alcuni denti. Inoltre, la 48enne ha raccontato di insulti e minacce come "ti butto l’acido in faccia, in cantina ho una pistola ti ammazzo quando voglio, ti faccio violentare tua figlia". Durante le indagini, è emersa anche una lettera firmata dagli inquilini della casa Aler di Brugherio in cui si chiedeva l'allontanamento dell'imputata.

Accusata di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso e atti persecutori, la 48enne deve rispondere anche di evasione dai domiciliari. Al processo, che si sta celebrando presso il Tribunale di Monza, la presunta vittima si è costituita parte civile insieme alla figlia adolescente con cui vive.

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