Romano La Russa fa il saluto fascista ma resta assessore in Regione Lombardia: non passa la sfiducia
Romano La Russa sarà ancora assessore alla Sicurezza. Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto la mozione con cui era stato richiesto il suo sollevamento dall'incarico dopo aver fatto il saluto romano durante il funerale del cognato.
La mozione respinta dal Consiglio regionale
Nella seduta di martedì 4 ottobre all'ordine del giorno dei lavori nell'aula del Pirellone è stata presentata la mozione con la quale si chiedeva di "revocare la nomina ad assessore regionale" di La Russa, per "un atto di celebrazione del fascismo". La prima firma sulla proposta era stata depositata da Fabio Pizzul, consigliere del Partito Democratico, ed era stata sottoscritta da numerosi esponenti appartenenti a tutti i gruppi della minoranza.
In seguito al dibattito, durante il quale non era presente in aula il presidente della Giunta Attilio Fontana, si è proceduto con la votazione. La mozione di censura è stata respinta dal Consiglio con 48 voti contrari su 72. La Russa, esponente di Fratelli d'Italia, mantiene quindi il suo posto di assessore alla Sicurezza.
Il M5S: "In Regione comanda solo Fratelli d'Italia"
Dai banchi dell'opposizione, il capogruppo in regione del Movimento 5 Stelle, Nicola Di Marco, accusa la maggioranza di "incoerenze imbarazzanti": "Oggi abbiamo assistito alla presa di Regione Lombardia da parte di Fratelli d'Italia. Nonostante sia Salvini che Fontana si fossero pubblicamente dissociati dal saluto romano dell'assessore La Russa, la maggioranza del Consiglio Regionale ha scelto di salvarlo dalla sua goffaggine istituzionale, dalle sue contraddizioni e dalle sue imbarazzanti scuse. Ancora non hanno avuto il coraggio, o non hanno potuto, andare fino in fondo".
"Ci auguriamo che il Presidente di questa Giunta ritrovi al più presto la forza e l'orgoglio per porre fine alle quotidiane sceneggiate – prosegue Di Marco – e all'imbarazzante esperienza di governo rappresentata da questa maggioranza, per effetto delle quali la Lombardia rischia di trasformarsi in una barzelletta che non fa ridere".
Pd: "Chi evoca il fascismo non può ricoprire una carica pubblica"
Anche il Partito Democratico si unisce alle voci di dissenso per la mancata revoca del mandato a La Russa. Il consigliere Samuele Astuti ha dichiarato: "Questo voto del centrodestra lombardo è una difesa d'ufficio dell'indifendibile. Nelle giustificazioni che l'assessore La Russa ha dato dopo la diffusione del video del suo braccio teso ha detto che si scusava con chi si fosse sentito incomprensibilmente offeso. Un avverbio che colpisce e dice tutta l'incomprensione della gravità di un gesto come quello. È la parola di chi non si rende conto che anche solo evocare gesti che fanno riferimento al fascismo è totalmente inopportuno e incompatibile con una carica pubblica".
"Il fascismo non è solo un periodo storico passato e drammatico per l'Italia, è anche uno spettro che continua ad aleggiare sul nostro presente, con forme differenti ma non per questo meno insidiose" ha concluso Astuti.