Roby Facchinetti dopo la rapina in villa: “Ho bisogno tempo per superare quei momenti di terrore”
A un mese dalla rapina che ha subito a casa sua Roby Facchinetti e la sua famiglia, il cantante dei Pooh racconta quello che è successo. Torna a quella notte nella sua villa nella Bergamasca: "Quello che è accaduto ha fatto conoscere a me e alla mia famiglia la grande differenza tra la paura e il terrore: la paura passa, il terrore no. Non sono la stessa cosa".
Come riporta in un articolo di Bergamo News, Facchinetti spiega che ci vorrà del tempo per dimenticare la notte del 29 gennaio. Intanto i carabinieri sono ancora impegnati con le indagini per risalire all'identità dei banditi. Il cantante, insieme alla moglie Giovanna Lorenzi e al figlio Roberto, si è trovato davanti un gruppo di banditi che gli hanno puntato più di una pistola contro. Tutto mentre altri complici hanno afferrato soldi, gioielli e oggetti di valore che trovavano in casa: il bottino valeva circa 100mila euro. Poi i banditi si sono dati alla fuga lasciando la famiglia nel terrore.
I commenti sui social dalla famiglia Facchinetti
L'accaduto è stato raccontato da Facchinetti qualche giorno dopo. Aveva affidato il suo pensiero in un post sui social: "Cari amici. Riguardo me e la mia famiglia sono stati 35 minuti terribili, i più brutti della nostra vita. Voglio però tranquillizzarvi. Stiamo tutti bene. Non posso rivelare altro, atteso che sono in corso le indagini, ma vi ringrazio per la vicinanza che mi state dimostrando. Un abbraccio".
Pochi minuti dopo era intervenuto sui social anche il figlio Francesco Facchinetti che ha puntato il dito contro le istituzioni: "È una vergogna che un Paese in cui la pressione fiscale supera il 60 per cento, noi non ci sentiamo sicuri. Stato complimenti, al governo la destra e la sinistra si sono rivelati incapaci di mantenere l'ordine in questo Paese. Siete solo capaci di fare propaganda politica".