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Roberto Maroni da Radio Varese alla band Distretto 51: l’altra carriera dell’ex presidente di Regione Lombardia

La band Distretto 51, la passione per la vela e per la politica che lo hanno portato a essere ministro dell’Interno e Presidente di Regione: Roberto Maroni vanta una lunghissima carriera: oggi è morto all’età di 67 anni.
A cura di Ilaria Quattrone
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Fonte: Facebook
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Un passato nell'estrema sinistra, prima di essere tra gli esponenti di punta della Lega Nord, una passione per la musica e per la vela. Roberto Maroni è morto all'età di 69 anni a causa di un tumore al cervello con cui combatteva da due anni.

Segretario federale della Lega Nord dal 2012 al 2013, Roberto Maroni è stato anche ministro dell'Interno nei governi Berlusconi I e Berlusconi IV. Sempre con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha ricoperto l'incarico di ministro del Lavoro e delle Politiche sociali nei governi Berlusconi II e Berlusconi III.

Nell'anno in cui lasciò l'incarico da segretario federale, che portò all'elezione di Matteo Salvini, divenne presidente di Regione Lombardia. Incarico che ricoprì dal 2013 e fino al 2018 quando poi diede il suo endorsement ad Attilio Fontana.

Il passato nei gruppi marxisti

Non tutti sapranno che, durante l'adolescenza e fino all'età di 24 anni, Maroni militò in alcuni gruppi marxisti-leninisti. Si iscrisse addirittura in un partito di estrema sinistra: la Democrazia Proletaria. In quello stesso periodo accettò di divenire conduttore radiofonico per la radio libera "Radio Varese".

E fu proprio all'età di 24 anni che conobbe colui che divenne poi il suo segretario di partito: Umberto Bossi. Fu Maroni a organizzare il partito della Lega Lombarda nella provincia di Varese tanto che nel 1992 contribuì all'elezione del primo sindaco leghista a Varese.

Fonte: LaPresse
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L'attività parlamentare e di ministro

Arrivò in Parlamento nel 1992 quando fu eletto deputato. E in quello stesso anno venne nominato presidente del gruppo parlamentare leghista. Due anni dopo, sotto il primo governo Berlusconi, gli venne affidato l'incarico ministro dell'Interno e Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Incarico, quello di ministro dell'Interno, che ricoprì anche nel 2008.

La passione per la musica

Grande appassionato di musica, era il tastierista e l'organista dei Distretto 51 una band di Varese che ripropone brani pop, rock e soul. Nel loro primo album hanno portato alcune cover di diversi artisti come Bob Dylan, Bruce Springsteen e Sam Cooke. Amante anche della vela, nel 2018 fece una traversata atlantica in catamarano con alcuni amici.

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I procedimenti giudiziari

Tra i procedimenti, non si può non menzionare l'accusa di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale che gli costò una condanna a otto mesi poi commutata dalla Corte di Cassazione in una pena pecuniaria. Nel 1996, la Procura di Verona aprì un'indagine sulla Guardina Nazionale Padana: l'accusa fu di essere un'organizzazione paramilitare che avrebbe potuto attentare all'unità dello Stato.

Vennero poi disposte perquisizioni in alcune abitazioni e uffici di militanti, ma soprattutto nella sede della Lega di via Bellerio a Milano. Durante questa, le forze dell'ordine si scontrarono con alcuni militanti tra i quali Maroni che ne uscì contuso non prima aver morso il polpaccio di un poliziotto.

La Procura di Milano lo indagò poi anche nel 2009 per finanziamento illecito: fu accusato di aver  ricevuto, tra il 2007 e il 2008, alcune somme per alcune consulenze alla società Mythos. Nel 2010 la Procura chiese l'archiviazione e la richiesta fu accolta dal giudice.

Durante l'incarico di presidente di Regione Lombardia, fu iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità per presunte irregolarità relative a due contratti collaborazione a termini su progetti che riguardavano Expo 2015.

Venne condannato in primo grado e in Appello, ma poi assolto in Cassazione nel 2020. Nello stesso anno venne rinviato a giudizio con l'accusa di aver favorito una sua collaboratrice quando era presidente di Regione. Il processo viene rinviato alla fine del 2021 su richiesta della difesa per gravi motivi di salute.

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I decreti sicurezza

Nel 2008 fu ministro dell'Interno nel Governo Berlusconi. In quello stesso anno il Consiglio dei Ministri approvò il decreto Sicurezza varato da Maroni. Tra le norme più discusse, ci fu la confisca degli appartamenti affittati a stranieri in condizioni di clandestinità o ancora l'aumento della pena per chi guidava in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti o l'ampliamento di alcuni poteri per sindaci e polizia municipale. Venne anche introdotto il divieto di patteggiamento in appello per i reati di mafia.

Nel 2009 arrivò il secondo decreto sicurezza che, oltre a istituire la tessera del tifoso, prevedeva l'introduzione del reato di atti persecutori e il carcere obbligatorio per chi era sospettato di reati di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile e turismo minorile.

E sempre in tema di migranti, proprio durante il suo incarico di ministro dell'Interno, l'Italia venne condannata dalla Corte Europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo per aver riportato in Libia, dopo averli soccorsi in mare a sud di Lampedusa, i profughi libici, somali ed eritrei.

L'elezione a segretario federale della Lega Nord

Nel 2012 venne eletto segretario federale della Lega nord. Un incarico che dura solo un anno: nel 2013 decise di dimettersi per concentrarsi sulla campagna elettorale in Lombardia. Decise infatti di candidarsi a Presidente di Regione. E proprio quando si dimise da segretario, venne eletto al suo posto Matteo Salvini.

La presidenza in Lombardia

Nel 2013 viene eletto presidente di Regione. Durante il suo mandato, venne varata una riforma della sanità – ancora molto discussa – che unificò gli assessorati regionali di Sanità e Welfare. Nel 2018 decise di non ricandidarsi e di lanciare la candidatura dell'attuale presidente Attilio Fontana.

Fonte: LaPresse
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La candidatura a sindaco di Varese

L'amore per la sua terra d'origine non lo ha mai lasciato tanto che nel 2020 decise di candidarsi a sindaco di Varese. L'anno successivo però, dopo essere stato ricoverato, decise di ritirare la sua candidatura proprio per problemi di salute. Gli stessi che ne hanno poi provocato la morte.

La malattia

Nel gennaio 2021 ebbe un mancamento e sbattè la testa mentre si trovava in casa. Dopo alcuni accertamenti, era stato deciso per l'operazione. Per alcuni mesi, la famiglia e Maroni stesso mantennero il massimo riserbo sulle sue condizioni di salute finché a maggio 2021 non decise di parlare del suo tumore.

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