Roberto Formigoni: “Il centrodestra non può perdere l’occasione di vincere le elezioni comunali a Milano”
Roberto Formigoni, 77 anni, lecchese, è stato Presidente della Regione Lombardia, dal 27 giugno 1995 al 18 marzo 2013. L'ex Governatore lombardo, in questa intervista a Fanpage.it, si racconta a tutto tondo.
Attualmente di che cosa si sta occupando? E, nel suo futuro, immediato o meno, la politica troverà ancora spazio?
Attualmente mi occupo di consulenze. Per quanto riguarda la politica, vale per me il vecchio detto "mai dire mai". In questo momento non sto pensando a nulla, non ho messo in programma nulla. Però, la politica continua ad interessarmi; la seguo, la leggo, la studio. Ma, ripeto, "mai dire mai".
Come giudica l'attuale situazione politica internazionale? È la terza guerra mondiale a pezzi, come dice Papa Bergoglio, o si avvicina la guerra globale?
La situazione è certamente la più complicata degli ultimi decenni. Le armi non tacciono, anzi, si ampliano sempre più, anche perché noi abbiamo tutti presenti le due guerre più sanguinose che si stanno combattendo: quella tra Ucraina e Russia e quella nel Medio Oriente. Purtroppo, però, ce ne sono altre decine in giro per il mondo, di cui non si parla, ma che mietono vittime e contrappongono eserciti.
Pensiamo anche a quella appena scoppiata in Siria, che ha già causato centinaia di morti. Inoltre, c'è poi la presenza di un terrorismo sotterraneo e guerre che annientano le persone che hanno una fede. Voglio ricordare che i cristiani sono i più perseguitati al mondo. Il maggior numero di vittime, per la loro religione nel mondo, riguarda i cristiani.
Vale quindi la definizione di Papa Francesco "terza guerra mondiale a pezzi", ma non si può escludere il rischio di un'escalation e quindi di una guerra aperta, speriamo non nucleare. Auguriamoci che ciò con accada, ma non si può escludere.
Trump ha stravinto, negli Stati Uniti. Se lo aspettava? E cosa significa questo voto americano?
Mi aspettavo che vincesse. Non mi aspettavo una vittoria così netta, così abbondante. Trump ha vinto nel numero dei grandi elettori, nel voto popolare, ha in mano sua Camera e Senato. Non mi aspettavo le proporzioni di questa vittoria. In America, chi ha votato Trump? Gli esclusi. Pensiamo al fatto che gli Stati Uniti sono stati sempre una grande potenza manifatturiera, che impiegava milioni di operai specializzati, che oggi fanno fatica ad andare avanti.
Quindi c'è stato un impoverimento della classe media e popolare americana e Trump ha preso i voti di questi perché i democratici hanno incarnato (e da tempo), invece, lo spirito dei più ricchi, dei più favoriti. In secondo luogo, c'è stata la ribellione contro il politicamente corretto. In America c'è veramente una guerra dichiarata contro chi userebbe le parole
sbagliate.
Questo è il popolo che non ha tempo di studiare un nuovo vocabolario e nuovi termini. Si sente escluso, si ribella e vota Trump.
Veniamo alla politica interna. Nelle scorse settimane sono spuntati diversi nomi come possibili candidati sindaco a Milano per il centro destra. Tra questi, c’erano quelli di Maurizio Lupi e Letizia Moratti. Quest’ultima già sindaco del capoluogo lombardo, è stata lanciata da Forza Italia. Cosa ne pensa?
Sono due nomi di rilievo, che certamente possono essere candidati nella posizione di sindaco. Anche se mancano due anni e più e quindi sono sicuro che emergeranno altri candidati. La selezione del centrodestra abbraccerà altri candidati, oltre a Lupi e Moratti. Certo, il centrodestra, questa volta, non può e non deve perdere l'occasione di vincere a Milano.
Dopo tre mandati alla sinistra, uno di Pisapia e due di Sala, occorre che superi gli interessi di partito e che metta in campo veramente una persona che sia in grado di convincere la maggioranza degli elettori, anche se questa persona fosse civica e non appartenesse ad alcun partito, ma potesse raccogliere un numero più alto di consensi rispetto agli altri candidati.
Presidente, c'è qualcosa che non rifarebbe, nel suo percorso politico e di vita?
Francamente non riesco a trovare nulla che non rifarei. Devo ringraziare il Padre Eterno che mi ha dato una vita ricca di avventure, politiche e no, di soddisfazioni e di risultati ottenuti. In fondo, lei guardi a come, ancora oggi, tanti cittadini guardano positivamente e con rimpianto alle riforme che le mie Giunte hanno fatto. Certo, gli avversari che mi hanno
combattuto allora, continuano a combattermi anche oggi.
Ma i cittadini che mi hanno dato la fiducia per quattro volte consecutive, continuano ancora oggi a scrivermi, a contattarmi, a considerare le mie riforme una pietra importante nella storia della Lombardia. Non vedo errori gravi di cui poter dire "ecco, quello non lo rifarei". Mi sono battuto con grande determinazione, con grande decisione, ho sempre detto quello che pensavo e anche questo i cittadini lo hanno apprezzato.
Mi sono sempre messo a disposizione della gente: credo di avere risposto a migliaia di lettere, di telefonate. Ho accettato la
richiesta di migliaia di visite per parlare con i cittadini, sono andato in giro. Le mie settimane sono sempre state piene, le mie serate ricche di incontri…Quindi, non credo di avere commesso nessun errore grave da rimproverarmi.
Le posso chiedere se ha mai provato odio verso qualcuno?
No, odio no. Grazie al cielo sono stato risparmiato da questo sentimento. Certo, voglio dire, risentimento nei confronti di qualcuno, sì. Di qualcuno che ha tradito la mia fiducia. Ho provato un sentimento di condanna e un risentimento nei suoi confronti. Ma dall'odio sono stato risparmiato.
Che cos'è, per lei, il perdono?
Beh, il perdono è quando subisci un torto e, quanto è più grande il torto subìto, tanto più meritevole è il perdono. Capisci che non puoi ridurre la persona che ti ha fatto un torto a quel torto. Quella persona ha dei valori che sei chiamato a scoprire e quindi a perdonare, a guardare più i valori che esprime che non il torto che ti ha fatto.
Lei ha perdonato?
Perdonato chi…?Sì, nella mia vita ho perdonato tanti. Qualcuno non l'ho ancora perdonato… E questo è certamente un limite.
Gli episodi di violenza, in Italia, la preoccupano?
L'aumento della violenza nel nostro Paese mi preoccupa molto. Giorni fa, a Milano, alla Statale, un gruppo di emuli del '68 ha impedito un'assemblea di Comunione e Liberazione. Un episodio molto grave, perché l'Università dovrebbe essere, per eccellenza, il luogo del dibattito, del confronto delle idee, dove la violenza è bandìta. Invece, si dà spazio alle intelligenze che si misurano tra di loro.
Vedo in Italia, certamente un aumento degli episodi di violenza. Quanto è accaduto al Corvetto, altro esempio, ha fatto pensare subito alle banlieue parigine, finora non apparse mai in Italia. Ciò che è successo al Corvetto, è un episodio che va in quella direzione? Mi auguro di no, ma va guardato con estrema attenzione.
In Italia c'è questo aumento della violenza, al quale bisogna reagire con delle misure di repressione, compito delle forze dell'ordine. Ma c'è un compito importante anche per gli educatori: quando i protagonisti sono dei giovani, molto spesso si tratta di giovani che non hanno ricevuto un'educazione adeguata. È in questa direzione che bisogna lavorare.
Un'ultima domanda, Presidente. Che futuro vede, per il mondo, stravolto da conflitti continui e, aggiungiamo noi, da catastrofi naturali che sembrano suonare come un enorme campanello di allarme?
È difficile capire cosa succederà. Ci vorrebbe la sfera di cristallo. Certo vedo il mondo percorso da divisioni, da crisi. Mi lasci citare che l'Europa, in un momento difficile come questo, è estremamente debole. Le divisioni e il voto di questi giorni al
Parlamento Europeo, lo dimostrano. Vediamo i Paesi che hanno trainato l'Europa, in crisi: la Francia, la Germania…
L'Inghilterra sta pagando le conseguenze della Brexit. Nel mondo, le guerre di cui abbiamo parlato prima; in America, l'incertezza del cambio di guida di quella nazione. Poi, appunto, c'è il problema, del cambiamento repentino di clima, che non può essere negato, e dell'aumento della temperatura che, a parere degli scienziati, possono peggiorare le condizioni di vita, con grandi inondazioni che, abbiamo visto, hanno provocato migliaia di vittime.
È una situazione difficile, complessivamente. Occorre, da parte di tutti, un'assunzione di responsabilità. La gente deve capire che occorrono provvedimenti. I decisori, devono prendere decisioni giuste.