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Rivolta nel carcere di Opera durante il lockdown: chiesto il processo per 22 detenuti

È stato chiesto il rinvio a giudizio per 22 detenuti del carcere di Opera, alle porte di Milano, che lo scorso 9 marzo si resero protagonisti di una rivolta all’interno del penitenziario. Durante i disordini, scoppiati all’inizio del lockdown per l’emergenza Coronavirus e che coinvolsero diverse carceri italiane, tra cui San Vittore, i detenuti lanciarono oggetti contro gli agenti, li minacciarono di morte e distrussero sedie e arredamenti.
A cura di Francesco Loiacono
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Il carcere di Opera (Archivio LaPresse)
Il carcere di Opera (Archivio LaPresse)

Incendio, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale. Queste le accuse, a vario titolo, di cui 22 detenuti del carcere di Opera, il più grande penitenziario italiano che sorge alle porte di Milano, potrebbero dover rispondere davanti ai giudici. I pubblici ministeri milanesi Enrico Pavone e Alberto Nobili hanno chiesto il rinvio a giudizio per i detenuti che lo scorso 9 marzo, all'inizio del lockdown per il Coronavirus, si resero protagonisti di una rivolta all'interno del carcere.

Minacce e lancio di oggetti contro gli agenti, incendi e devastazioni

Alcuni dei detenuti cercarono di sfondare il cancello di una sezione del penitenziario, altri distrussero sedie e arredamenti: qualcuno diede fuoco ai materassi e, tra i comportamenti contestati, ci fu chi spruzzò dello spray al peperoncino contro gli agenti della polizia penitenziaria e li minacciò di morte. Sempre gli stessi agenti vennero anche fatti bersaglio di lancio di oggetti. A tutte le persone indagate viene contestata anche la recidiva. Inizialmente erano state 92 le persone indagate: le indagini sono state chiuse a luglio e per i primi 22 detenuti è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio.

Anche alcuni detenuti di San Vittore rischiano il processo

Rischiano il processo anche 12 detenuti del carcere di San Vittore. Pure nel penitenziario nel centro di Milano, come in altre carceri di tutta Italia, all'indomani del lockdown deciso dal governo per l'emergenza Coronavirus si scatenarono delle rivolte. A San Vittore i detenuti insorsero per via della sospensione dei colloqui con i famigliari, decisa tra le misure di contenimento del contagio. Durante la rivolta, un vero "piano criminale" secondo gli inquirenti, alcuni detenuti salirono sul tetto e nel carcere si verificarono disordini e incendi. I 12 reclusi nel penitenziario di San Vittore ritenuti i responsabili della rivolta devono rispondere delle accuse di sequestro di persona, devastazione, saccheggio, lesioni personali e rapina.

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