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Ritirato il visto all’oligarca russo Solovyev: vietato anche avvicinarsi alle sue ville sul lago di Como

Il presentatore russo Vladimir Solovyev non potrà nemmeno più avvicinarsi alle sue ville sul lago di Como, già sotto sequestro da qualche settimana. All’oligarca è stato ritirato il visto che permette di entrare in Italia.
A cura di Giorgia Venturini
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Non potrà più entrare in Italia Vladimir Solovyev, il presentatore della tv fedelissimo di Putin. All'oligarca russo hanno ritirato il visto necessario per entrare nel nostro Paese, questo vuol dire che non potrà nemmeno avvicinarsi alle sue ville sul lago di Como. Il divietato ad entrare era scattato già qualche settimana fa quando le ville erano finire al centro delle sanzioni economiche imposte dall'Unione europea nei confronti delle villa. Ora attorno alle sue residenze di Menaggio e Pianello del Lario dal valore complessivo di 6 milioni di euro e mezzo sono state incrementate le misure di sicurezza. Da quando sono state bersaglio di atti vandalici. I fatti risalgono alle prime ore dell'alba di martedì 6 aprile: nella proprietà di Menaggio alcune persone, ancora ignote, hanno tentato di far scoppiare un incendio. Le fiamme sono state spente in tempo dai vigili del fuoco. La seconda dimora a Pianello del Lario è stata in parte imbrattata completamente con della vernice rossa. Tutta la vernice è finita nella piscina mentre sui muri esterni sono comparse le scritte "killer" e "No War".

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Proseguono le indagini

I carabinieri incaricati delle indagini stanno ancora cercando di risalire all'identità dei vandali. Per il momento non si esclude nessuna pista. Fondamentali sono stati alcuni vicini di casa in Italia dell'oligarca russo che hanno visto più di un ragazzo con il cappuccio in testa scappare tra i boschi. Chi sono ancora non si sa. Come riporta Il Corriere della Sera non si sta escludendo ancora nessuna traccia: l’analisi grafologica di quelle scritte fanno pensare che siano state realizzate da una mano abituata al cirillico. Ma resta credibile anche che siano italiani gli autori. Per il sindaco di Menaggio Michele Spaggiari "sono quasi certo che i responsabili non sono residenti della zona", come ha spiegato a Fanpage.it. Per due motivi: "La strada statale era stata riparta solo il pomeriggio prima, questo vuol dire che per arrivare in paese era molto più veloce e più facile. Non è un caso quindi che si sia attesa la riapertura. Inoltre nessun residente della zona aveva mostrato qualche precedente segnale di odio. Neanche in qualche pagina social locale. Insomma, nessuna minaccia è mai arrivata dal territorio".

L'intervento dei vigili del fuoco nella villa dell'oligarca russo pochi secondi dopo la vista delle fiamme
L'intervento dei vigili del fuoco nella villa dell'oligarca russo pochi secondi dopo la vista delle fiamme

Le minacce del presentato contro l'Occidente

Nelle ultime ore è ritornato al centro della cronaca per aver rilanciato ancora una volta minacce contro l'Occidente, sostenendo che il Cremlino potrebbe usare armi nucleari. "A proposito dell'uso delle armi nucleari, lasciate che vi ricordi l'espressione usata dal nostro comandante in capo supremo: ‘Di cosa abbiamo bisogno in un mondo in cui non c'è la Russia?' Quindi, se qualcuno pensa che stiamo bluffando, dovrebbe prestare attenzione al comportamento del nostro comandante in capo supremo. Non bluffa mai", ha dichiarato Vladimir Solovyov. In un intervento tv del 4 aprile il presentatore aveva anche definito il massacro di Bucha un'invenzione dell’intelligence straniera, sostenendo che la macchina della propaganda contro Putin avesse scelto proprio quella località perché ha un nome che assomiglia alla parola ‘butcher’ che in inglese significa ‘macellaio’, che è proprio l'epiteto che il presidente americano Joe Biden alla fine di marzo, durante l'incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia, ha rivolto a Vladimir Putin.

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