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Ritira il cellulare alla figlia 15enne e l’ex marito la denuncia: condannata ai lavori socialmente utili

Una donna di 50 anni è stata condannata ai lavori socialmente utili: aveva deciso di togliere il cellulare alla figlia 15enne dipendente dai social e tra le due era scoppiata una lite finita in pronto soccorso. Così era partita la denuncia dell’ex marito per “abuso di metodi correttivi e lesioni”.
A cura di Giorgia Venturini
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Aveva deciso di ritirare sia lo smartphone che il tablet alla figlia 15enne perché vedeva che trascorreva troppo tempo sui social. Una decisione non condivisa dall'ex marito – i due si erano da poco separati – che l'ha denunciata per "abuso di metodi correttivi e lesioni". È successo a una donna di 50enne residente nella Brianza lecchese. Per lei ora è arriva la condanna dal giudice Paolo Salvatore del Tribunale di Lecco: secondo quanto spiega La Repubblica, la donna ha deciso di avvalersi della messa alla prova, avrà così la possibilità di estinguere il processo a proprio carico svolgendo lavori socialmente utili.

La lite con la figlia finita poi in pronto soccorso

Secondo quanto raccontato dal marito, nel 2018 la donna vedendo la figlia 15enne sempre sui social aveva deciso di ritirarle tablet e cellulare. La figlia contraria aveva iniziato una lite con la madre che è poi finita con uno scontro: la 15enne era finita al Pronto Soccorso. Per la madre quindi era scattata la querela da parte dell'ex marito. Una versione dei fatti che non corrispondono con la versione della donna e dei suoi avvocati Roberta Succi e Maria Cristina Vergani: la donna infatti ha sempre negato qualsiasi tipo di responsabilità sui fatti contestati dal marito. "Avevamo già pronta una lista di testi per la difesa", spiegano i legali. Per non esporre la figlia in tribunale, la quale sicuramente era chiamata a testimoniare contro la madre, la 50enne ha deciso di optare per la messa alla prova: "Accettare i lavori socialmente utili un sacrificio d'amore". Per tutto il processo l'ex marito si è costituito parte civile. L'imputata ha dovuto versare un risarcimento sia alla figlia che all'ex. Ora la donna dovrà attendere settembre 2023 quando il giudice sarà chiamato a verificare un buon andamento dei lavori socialmente utili della donna.

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