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Ristoratore chiede il porto d’armi: “Giro con molti contanti”. Il Tribunale: “No, usi il Pos”

Un ristoratore di Lodi ha richiesto il porto d’armi perché sostiene che con una pistola si sarebbe sentito più sicuro considerato che gira con molti contanti. Il Tar ha però rigettato la sua richiesta invitandolo a usare metodi alternativi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Un ristoratore di Lodi ha chiesto il porto d'armi perché sostiene che con una pistola addosso si sente più sicuro considerato che, ogni giorno, gira con in tasca migliaia di euro. Il tribunale amministrativo regionale della Lombardia, però ha rigettato la sua richiesta. Per il Tar, infatti, non ci sono gravi pericoli per la sua incolumità perché potrebbe limitare la circolazione di denaro "avvalendosi di mezzi di pagamento alternativi" come, per esempio, il Pos.

Anche la Prefettura di Lodi aveva rigettato la sua richiesta

La decisione del tribunale, che ha così accolto quanto aveva stabilito la Prefettura di Lodi a gennaio 2020, è stata firmata dal presidente Antonio Vinciguerra. È stata depositata il 12 ottobre scorso. Per il Tar il porto e la detenzione delle armi "non costituiscono oggetto di un diritto assoluto". Sono, anzi, un'eccezione. Possono essere riconosciuti solo in casi di "perfetta e completa sicurezza circa il loro buon uso, in modo da scongiurare dubbi o perplessità, sotto il profilo prognostico, per l'ordine pubblico e per la tranquilla convivenza della collettività".

La decisione non sarà impugnata in Consiglio di Stato

Gli avvocati dell'imprenditore hanno deciso di non impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato: "Il Tar Lombardia è molto rigido giustamente". Per i legali, però, c'erano tutti i presupposti per poter concedere il porto d'armi "che il cliente aveva avuto in passato per cui abbiamo adito il Tar che tuttavia ha confermato la propria linea dura". Per questo motivo, hanno deciso di provarci "pur non condividendola accettiamo la decisione dei giudici con serenità".

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