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Rissa durante la partita di un torneo giovanile: i genitori insultano l’arbitro ed entrano in campo

In un video girato da uno dei presenti, si vedono i genitori scavalcare la recinzione. In campo, i giovani calciatori dell’Oratorio Alzanese e della Tritium Calcio si stavano prendendo a spintoni e pugni. La Lega nazionale dilettanti annuncia “ulteriori accertamenti”.
A cura di Enrico Spaccini
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Ancora un episodio di violenza nei campi da calcio di provincia. Questa volta si è verificato in quello dell'Oratorio San Giovanni Bosco di Nese, in provincia di Bergamo, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale. L'Oratorio Alzanese e Tritium Calcio stavano disputando gli ottavi di finale del Trofeo Cassera, una specie di Coppa Italia del calcio giovanile bergamasco organizzato dalla Sezione Guido Calvi di Bergamo dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport.

Il fallo di reazione e il "calcio in testa"

Al quarto gol siglato da Alzanese, i padroni di casa, viene commesso un fallo di gioco duro. A questo, è seguito un fallo di reazione che ha scatenato un primo parapiglia, qualcuno parla di "un calcio in testa". Le due squadre si radunano intorno all'arbitro, ciascuna cercando di far valere la propria posizione. Iniziano i primi spintoni fino a che in due non si distaccano dal gruppo: uno finisce a terra e l'altro, un giocatore della Tritium, inizia a prenderlo a pugni.

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Qui si scatena il finimondo. Dagli spalti i genitori insultano l'arbitro, qualcuno scavalca le recinzioni per andare in mezzo alla mischia, altri si insultano a vicenda minacciando la donna che stava riprendendo quelle scene con il suo cellulare. Poi l'arbitro fischia la fine dell'incontro e la situazione inizia a calmarsi.

Le sanzioni per le società coinvolte

Come prime sanzioni, l'Oratorio Alzanese dovrà pagare 120 euro di ammenda e la Tritium Calcio 170 euro. Il video di quanto accaduto a Nese, però, ha girato per i canali social finendo anche tra le mani del Comitato regionale Lombardia e la Delegazione provinciale di Bergamo della Lega nazionale dilettanti.

In una nota pubblicata oggi, martedì 31 gennaio, viene spiegato come "appare evidente che dalle sanzioni applicate non risulti la gravità dei fatti come invece evidenziata dal materiale video diffuso in questi giorni". Per questo motivo, verranno effettuati "ulteriori accertamenti, per chiarire i fatti e le responsabilità di tutti coloro che hanno partecipato all’increscioso episodio".

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