Rissa di Peschiera, Elena: “La polizia ci ha manganellati, una mia amica è stata colpita alla schiena”
“Era la prima volta che i miei mi permettevano di allontanarmi da casa con il treno da sola. Io e le mie amiche eravamo entusiaste”, racconta Elena, 15 anni, il giorno dopo i disordini avvenuti sulla spiaggia di Peschiera, cittadina lacustre in provincia di Verona. La voce era girata di video in video su TikTok e Instagram: un ritrovo di musica, divertimento e free style divenuto virale, tanto da attrarre centinaia di adolescenti da tutte le province circostanti il lago di Garda.
Zaino e scarpe spariti
Hanno in media fra i 15 e i 18 anni i tantissimi ragazzi arrivati con i treni regionali da Milano, Bergamo, Brescia, Verona e Padova sulla spiaggia dei pioppi, nel basso Garda. Circa 300 metri di ghiaia a meno di un chilometro dal centro di Peschiera. “La festa è iniziata alle 15.30 – racconta Elena -. Quando sono arrivata era tutto tranquillo, c’erano solo tre ragazzi che si lamentavano perché avevano rubato loro scarpe e zaini, ma non era stata una ‘rapina’: li avevano lasciati sulla spiaggia e qualcuno deve averli portati via mentre facevano il bagno nel lago”.
La rissa, i blindati, la spiaggia bloccata
“Abbiamo continuato a fare il bagno e ad ascoltare musica senza problemi – continua Elena -, mi hanno riferito di una rissa con una decina di persone e che qualcuno si era fatto male, ma io non ho visto niente, perché la spiaggia era davvero affollatissima. Mi sono accorta che qualcosa non andava quando sono arrivati due blindati della polizia, che hanno bloccato i lati dell’area, erano le 17.30 circa”. Da questo momento la situazione degenera. “Gli agenti si sono divisi per circondare la spiaggia – dice la ragazza -, bloccando l’ingresso”.
Non si entra e non si esce
“A quel punto le forze dell’ordine hanno iniziato a far defluire la gente accalcata, eravamo tantissimi e non si passava da nessuna parte – ricorda Elena – per arrivare in stazione ho dovuto farmi dare un passaggio con il pedalò e raggiungerla via lago, molti erano usciti dalla spiaggia poco prima che arrivasse la polizia ma avevano lasciato sulla riva gli zaini e i vestiti, senza poter tornare a riprenderli”.
“Se non ti muovevi venivi preso a manganellate”
La stazione di Peschiera dista dieci minuti a piedi dalla spiaggia dei pioppi. “Tutto il tragitto era presidiato da altre pattuglie – spiega Elena – e se non ti muovevi venivi preso a manganellate. Alla mia amica Laura le hanno date sulla schiena, a un ragazzo sulle gambe, fino a farlo sanguinare. A un altro ancora i soccorsi arrivati sul posto hanno dovuto mettere il collare”. Prima di salire sul treno l’operazione di schedatura: “Ci hanno chiesto i documenti e ci hanno fatto foto segnaletiche, è stato brutto perché non ci hanno nemmeno spiegato perché, sembrava avessimo fatto qualcosa di male, ma eravamo solo lì a fare il bagno”.
In treno verso casa
“Mi sono preoccupata molto – commenta Cristina, la mamma di Elena -. Fino a poco prima mia figlia mi mandava foto spensierate di lei e le amiche a fare il bagno e poi l’ho sentita agitata, mi ha inviato video e immagini di quanto stava accadendo. L’ho aspettata in stazione con altri genitori, ma tutti i treni erano pienissimi, non si aprivano e chiudevano le porte. Quando l’ho vista arrivare ho tirato un sospiro di sollievo, ma è rimasta l’amarezza: accanto a lei c’erano ragazzini arrivati in costume da bagno, dopo aver dovuto abbandonare vestiti e zainetti sulla spiaggia”.