Rissa al centro per tossicodipendenti, medico chiama la polizia 4 volte ma nessuno interviene
Una feroce lite tra due uomini scoppiata all'interno degli uffici del Serd di Milano ha rischiato di finire in tragedia per il mancato intervento della Polizia. Una dottoressa ha tentato per quattro volte di avvertire i soccorsi, ma le richieste di aiuto non sono state ascoltate. Sul caso indaga la Procura di Milano.
La lite scoppiata tra due tossicodipendenti
Il fatto risale al 7 luglio scorso ed è reso noto dall'edizione milanese del Corriere della Sera. In tarda mattinata negli uffici del Servizio per le dipendenze di piazzale Accursio due uomini in cura per la tossicodipendenza iniziano a litigare, mentre si trovano in coda per effettuare degli esami. Il diverbio degenera rapidamente e uno dei due prende la testa dell'altro e la sbatte per terra per poi colpirlo con calci e pugni.
I pazienti che assistono alla scena fuggono e i medici si rifugiano nei propri uffici. La dottoressa A. D., dipendente dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco, che ha definito l'accaduto come "uno scontro fisico di inaudita ferocia" si rivolge immediatamente al Numero unico per le emergenze per chiedere l'intervento delle forze dell'ordine.
Il sistema di Areu Lombardia riporta che da piazzale Accursio alla centrale operativa sono arrivate quattro telefonate in pochi minuti. La prima chiamata è delle 12.29 per una durata di 4 minuti e 37 secondi. Dopodiché cade la linea "come se l'operatore avesse riagganciato volontariamente", scrive la dottoressa nel suo verbale. La seconda telefonata è delle 12.34 e dura 3 minuti e 7 secondi. La terza alle 12.40 di 1 minuti e 25 secondi. L'ultima alle 12.41 di 7 minuti e 3 secondi.
Picchiata anche una guardia giurata
Tutte le richieste d'aiuto non sembrano avere successo: nessuna pattuglia interviene per ristabilire l'ordine. A tentare di fermare lo scontro è una donna di 56 anni, guardia giurata di Italpol in servizio nella struttura. Anche lei viene travolta dalla furia dell'aggressore con pugni, calci e gomitate, ma soprattutto dagli schizzi del sangue dei due tossicodipendenti, uno dei quali positivo all'epatite C e a rischio di contrarre l'Hiv.
"Guardia di m…, chiama pure i carabinieri che sputo in faccia a te e a loro, infame di m… tu e gli sbirri", le ha gridato l'uomo. In soccorso della donna è giunta sul posto un'ambulanza, ma non potendo salire a bordo armata ha dovuto attendere l'arrivo del marito, che lavora come carabiniere, per affidargli la pistola d'ordinanza prima di essere trasportata all'ospedale Sacco per le cure del caso.
La Questura: "Non sembrava un pericolo imminente"
Sulla vicenda sta ora indagando la Procura di Milano in seguito alla denuncia-querela presentata dalla guardia giurata. La donna ha chiamato in causa l'aggressore, per le lesioni e il rischio di contagio, non ancora escluso dalle analisi mediche effettuate, e gli operatori del 113 che ricevuto l'allarme non hanno fatto intervenire le volanti. Secondo gli uffici della Questura le telefonate non avrebbero "rappresentato un pericolo imminente".
Al termine della lite si è anche scoperto che uno degli uomini aveva in tasca due coltelli e avrebbe sfidato i medici dicendo loro di essere stato intenzionato a usarli. Le indagini si concentreranno sull'intreccio di telefonate tra il teatro della lite, la centrale operativa del 112 e quella di via Fatebenefratelli per comprendere come sia stato possibile sottovalutare l'allarme.