Rischia una condanna a 10 mesi uno dei vigili che ha colpito a manganellate una donna trans
Rischia una condanna a 10 mesi di carcere uno dei cinque agenti della polizia locale che avrebbero – stando alle indagini della Procura – colpito con calci e manganellate la donna transessuale di 42 anni Bruna a maggio del 2023 mentre si trovava in zona Bocconi a Milano. A chiedere la condanna a 10 mesi è stata la pm Giancarla Serafini nel processo a rito abbreviato che ha scelto l'imputato. La sentenza del processo a carico del vigile è attesa per venerdì 5 luglio: tra tre giorni la giudice per le udienze preliminari dovrà decidere se accettare o meno il rinvio a giudizio richiesto per gli altri quattro agenti e per la stessa vittima. La donna infatti è stata accusata di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, rifiuto di indicazione della propria identità e ricettazione in merito a una tessera per i trasporti pubblici che le era stata trovata addosso.
Le prove si sono basate soprattutto sulle immagini del video dell'aggressione ripreso da alcuni studenti. L'agente, un trentenne, davanti al giudice ha dovuto rispondere dalle accuse di lesioni personali aggravate: stando all'accusa insieme ad altri colleghi avrebbe colpito la donna anche quando lei "si trovava a terra in posizione di resa dapprima con le mani alzate". La donna avrebbe provato a proteggersi con il corpo dalle manganellate. Gli agenti avrebbero usato – e qui sta l'aggravante – strumenti "atti a offendere" come spray e manganello. Inoltre chi ha commesso le lesioni sono uomini che ricoprono una funziona pubblica.
L'agente a processo con rito abbreviato sarebbe stato il poliziotto che teneva Bruna bloccata contro la recinzione. Mentre un altro le "sferrava col manganello, da dietro e in rapida sequenza, due violenti colpi alla testa". E ancora: sempre secondo le indagini della Procura guidate da Tiziana Siciliano, quando la vittima si trovava in posizione di resa uno degli agenti avrebbe spruzzato dello spray al peperoncino sugli occhi. Infine, un agente le avrebbe anche sferrato un colpo di manganello all'altezza del fianco destro mentre gli altri colleghi le stavano mettendo le manette.