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Rischia di perdere il braccio dopo l’iniezione fatta da un farmacista: “Ho già fatto 10 interventi”

Un uomo brianzolo di 50 anni rischia di perdere il braccio a casa di un’iniezione fatta da un farmacista: “Non mi ha nemmeno disinfettato”. Al via il processo a Monza.
A cura di Matilde Peretto
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(immagine di repertorio)
(immagine di repertorio)

Un farmacista di Renate, comune in provincia di Monza e Brianza, è a processo per aver praticato un'iniezione a un cliente nel retrobottega della sua attività. Il problema è che l'iniezione ha provocato un'infezione alle ossa dell'uomo, un 50enne brianzolo. La vittima si è sottoposta a decine di interventi e all'applicazione di una placca di titanio per cercare di riparare ai danni fatti dal farmacista, il quale era già stato accusato di aver scritto falsi certificati di tamponi molecolari durante la pandemia di Covid-19.

Il racconto in aula della vittima: "Mi ha fatto l'iniezione senza disinfettare"

In aula, la vittima ha raccontato quello che gli è successo. Nel maggio del 2019 aveva sentito un dolore al braccio così si era rivolto al suo medico. Questo gli aveva prescritto un infiammatorio e consigliato delle infiltrazioni. "Quando sono andato a prendere il farmaco, ho chiesto al farmacista se sapesse indicarmi dove fare le iniezioni e mi ha detto che me le avrebbe fatte lui", racconta la vittima, un 50enne brianzolo, anche lui di Renate.

Così, i due uomini sono andati nel retrobottega del negozio a fare l'iniezione: "Col pennarello ha fatto un segno sul gomito e mi ha fatto l’iniezione, senza neanche disinfettare". Poche ore dopo, l'inizio del calvario. Il braccio si è gonfiato e poi infettato: "I medici mi hanno fatto un drenaggio e sono stato ricoverato per 6 settimane. Da allora avrò fatto una decina di interventi", ha raccontato sempre in aula la vittima (come riporta il Corriere della sera di Monza). All'uomo è stata applicata anche una placca di titanio.

Le accuse a cui dovrà rispondere il farmacista

Il processo nel Tribunale di Monza è iniziato dopo la querela presentata dalla vittima che si è costituita parte civile con l'avvocato Paolo Confalonieri. Il farmacista, invece, dovrà rispondere alle accuse di lesioni colpose ed esercizio abusivo della professione. In aula, un medico di base ha riferito che un farmacista può fare soltanto iniezioni per via intramuscolare, altrimenti avrebbe bisogno di un'apposita abilitazione.

L'imputato non poteva quindi farle. Era già stato accusato di non essersi sottoposto correttamente ai vaccini Covid e di aver rilasciato falsi certificati di tamponi molecolari durante l'emergenza della pandemia. Lui nega tutto. Prossima udienza prevista a luglio.

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