Rinviato l’esame sul biberon di Diana Pifferi: accolta la richiesta della difesa della mamma
È stato rinviato il test sul biberon che Alessia Pifferi, la mamma che ha abbandonato la figlia in casa per 6 giorni lasciandola morire di stenti, aveva lasciato accanto alla piccola. L'esame sarà eseguito prossimamente con la formula dell'incidente probatorio, come hanno richiesto gli avvocati della donna.
L'incidente probatorio
Il collegio difensivo di Alessia Pifferi, sorvegliata a vista in carcere e che rischia l'ergastolo, composto dagli avvocati Solange Marchignoli (qui intervistata da Fanpage.it) e Luca D'Auria, ha chiesto di rinviare il test sul biberon che la donna ha lasciato accanto alla figlia prima di abbandonarla in casa da sola per 6 giorni, affinché sia possibile effettuarlo con la formula dell'incidente probatorio.
Temendo che il test possa non essere più ripetibile al momento del processo, la difesa vuole che l'esame venga effettuato sin da subito con le garanzie del contraddittorio e quindi in presenza anche di un loro consulente.
Per questo motivo il sostituto procuratore Maria Cardellicchio, per conto del titolare dell'indagine Francesco De Tommasi, ha rinviato lo svolgimento dell'esame e rinviato il tutto al Gip.
Inoltre il Pubblico Ministero ha disposto che la Squadra Mobile di Milano provveda "alla conservazione dei reperti da esaminare con le necessarie cautele ai fini di assicurarne l'integrità".
L'importanza del test
L'esame del biberon risulta fondamentale in quanto permetterà di capire se Alessia Pifferi, oltre ad aver abbandonato la figlia da sola in casa, possa averle dato anche le benzodiazepine per sedarla.
Un'ipotesi che, da un lato, spiegherebbe come mai nessuno dei vicini di casa abbia sentito la piccola Diana piangere e, dall'altro, permetterebbe di individuare con certezza la causa della morte, che neanche l'autopsia è riuscita a ricostruire con esattezza.