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Rimborsi mai spartiti e carte di credito usate per acquisti online: indagato l’ex presidente della Croce Rossa di Como

L’ex presidente della Croce Rossa di Como è indagato per peculato dalla Procura della Corte dei Conti. Stando a quanto ricostruito, non avrebbe spartito come avrebbe dovuto i rimborsi erogati da Areu ai vari Comitati locali, avrebbe percepito ticket restaurant pari a un valore di oltre 12mila euro senza documentazione, usato le carte di credito aziendali per pagarsi trasferte e acquisti online e ideato un sistema illecito nella compravendita dei mezzi dell’Ente.
A cura di Enrico Spaccini
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La guardia di finanza del Comando Provinciale di Como ha chiuso le indagini, delegate dalla Procura della Corte dei Conti, sulla presunta cattiva gestione delle risorse della Croce Rossa comasca. Stando a quanto ricostruito, diversi Comitati locali avrebbero dovuto affrontare significative spese legali per poter recuperare i fondi che la sede provinciale avrebbe trattenuto senza averne diritto. All'ex presidente della sezione comasca dell'Ente e a un ex dirigente amministrativo viene anche contestato in sede penale il reato di peculato. In totale, i due avrebbero procurato un danno all'erario di oltre 260mila euro.

I rimborsi non corrisposti ai Comitati locali e i 12mila euro di ticket restaurant

Gli approfondimenti, scaturiti dalle indagini condotte dal nucleo di polizia Economico finanziaria di Como e coordinate dalla Procura comasca, hanno riguardato il periodo compreso tra il 2014 e il 2020. Stando a quanto ricostruito dai finanzieri, il Comitato provinciale di Como riceveva dall'Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu) i regolari rimborsi per l'effettuazione del servizio di 118. Tuttavia, secondo l'accusa, questo denaro non sarebbe stato spartito per intero con gli altri Comitati locali, in particolare con quelli di Cantù, Lomazzo e Uggiate Trevano. Questi, non riuscendo più a far fronte alle spese correnti, avevano dovuto avviare azioni legali e giudiziarie per l'ottenimento del denaro che gli era dovuto.

Per quanto riguarda l'accusa di peculato, questa fa riferimento ad alcuni rimborsi ottenuti per spese che sarebbero state ingiustificate, per carte di credito usate per presunte spese personali e la compravendita sospetta di autovetture. Secondo gli investigatori della guardia di finanza, l'ex presidente della Croce Rossa di Como avrebbe percepito ticket restaurant pari a un valore di oltre 12mila euro pur in assenza di documentazione giustificativa e avrebbe utilizzato le carte di credito aziendali per pagarsi trasferte e acquisti online non documentati.

La gestione dei veicoli della Croce Rossa di Como

Le indagini avrebbero, poi, scoperto un sistema illecito che sarebbe stato ideato dall'ex presidente della Croce Rossa di Como con la compiacenza di una società emiliana specializzata nella vendita di ambulanze. Il meccanismo avrebbe previsto la ripetuta sovrafatturazione degli automezzi acquistati dal Comitato e dalla sottofatturazione di quelli che dismetteva. In questo modo, il concessionario sarebbe riuscito ad accumulare somme di denaro che avrebbe poi speso per acquistare auto per sé o per i suoi familiari.

Infine, l'ex presidente avrebbe acquistato a titolo gratuito due vetture che gli erano state donate dai vigili del fuoco per attività istituzionali. L'indagato le avrebbe fatte dichiarare inagibili e le avrebbe rivendute a un fornitore della Croce Rossa di Como a 13mila e 6mila euro. La Procura della Corte dei Conti contesta all'ex presidente della Croce Rossa di Como e legale rappresentante dei Comitati locali di Lipomo e Como un danno erariale da oltre 243mila euro e all'ex dirigente amministrativo dell'Ente un danno di oltre 17mila euro.

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