Riforma della sanità, in consiglio regionale lombardo manca il numero legale: ieri sospesa la seduta
Manca il numero legale e il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi è stato costretto a sospendere la seduta nell'aula di Palazzo Pirelli, la prima convocata di domenica nella storia del parlamento lombardo. Era in discussione la revisione della legge sanitaria, varata dalla giunta guidata da Attilio Fontana, e approvata in Commissione Sanità dalla maggioranza di centrodestra. Si è conclusa così la discussione, la "maratona" voluta dalle opposizioni, con 14 sedute e oltre 90 ore di interventi. Il consiglio regionale si riunisce anche questa mattina, dalle ore 10, dove si voteranno i circa duemila emendamenti, articoli e ordini del giorno.
Le opposizioni: la mancanza del numero legale non è una bella immagine per i cittadini
Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Fabio Pizzul, ha dichiarato: "Tre settimane di discussione sulla sanità lombarda finiscono, nella prima seduta domenicale della storia del Consiglio regionale, con la mancanza del numero legale per l’assenza del centrodestra. Non è una bella immagine per i cittadini lombardi che guardano all’aula consiliare con la speranza di vedere risolti i loro problemi quotidiani con la sanità lombarda. Abbiamo parlato per giorni, spesso davanti ai banchi della maggioranza ostentatamente vuoti tranne alcune lodevoli eccezioni, e abbiamo illustrato, come promesso, tutte le nostre proposte alternative al sistema sanitario lombardo del centrodestra". Il Movimento Cinque Stelle ha aggiunto: "Il centrodestra assente ha perso l'occasione di iniziare a votare la (Non)riforma Moratti-Fontana. La scarsa inclinazione al lavoro dei consiglieri di centrodestra costa caro alla (non)riforma Moratti-Fontana, il cui voto è stato rinviato per mancanza del numero legale. Abbiamo costretto la maggioranza a convocare il Consiglio Regionale per la prima volta nella sua storia di domenica, ma abbiamo constatato che, nel corso dei lavori pomeridiani, in Aula non c'era nessuno". In segno di protesta i pentastellati hanno organizzato un presidio in piazza Duca D'Aosta, per “difendere la salute di tutti i cittadini lombardi" hanno ribadito.
In aula interviene l'ex assessore Gallera
Nella seduta domenicale c'è però anche chi è intervenuto tra i banchi della maggioranza, come l'ex assessore al Welfare, Giulio Gallera: "C’è bisogno di portare a livello nazionale il modello che abbiamo introdotto in Lombardia con la Legge 23 del 2015 e che io ho iniziato ad attuare in qualità di Assessore al Welfare. Un modello che prevede la presa in carico del paziente cronico, il passaggio dalla cura al prendersi cura e che anche Agenas ha ritenuto “efficiente” perché ha portato ad una minore ospedalizzazione, alla diminuzione degli accessi al Pronto Soccorso e ad un minor utilizzo di viste ed esami in modo improprio. Questa è la strada che dobbiamo percorrere. Il Progetto di Legge che stiamo discutendo oggi conferma che la Legge 23 del 2015 era ed è un provvedimento visionario, strategico e coraggioso che necessita di piccoli correttivi rispetto ad un architrave che funziona".