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Riescono a scappare dall’Ucraina e a raggiungere Milano: la storia di Yuri, Oxana e i loro figli

A Milano stanno arrivando le prime famiglie di profughi ucraini. Tra queste anche quella di Yuri e Oxana che nei giorni scorsi insieme ai loro figli sono riusciti a fuggire dalla guerra e a mettersi in salvo.
A cura di Giorgia Venturini
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La famiglia di Yuri e Oxana (Foto dalla pagina Facebook di Beppe Sala)
La famiglia di Yuri e Oxana (Foto dalla pagina Facebook di Beppe Sala)

Sono riusciti a fuggire dalle bombe dell'Ucraina per raggiungere Milano e mettersi in salvo. Queste è la storia a lieto fine della famiglia di Yuri e Oxana: insieme ai loro figli sono riusciti a scappare dalla guerra e a trovare riparo in Lombardia. A raccontare quanto accaduto alla famiglia è stato il sindaco Giuseppe Sala: "Yuri, Oxana e i loro figli sono fuggiti dall’Ucraina. Hanno attraversato a piedi la frontiera con la Romania e poi hanno preso un pulmino. Sono cinque dei circa mille profughi che stanno già arrivando giornalmente nel nostro Paese. Da oggi loro sono ospiti nel centro di via Aldini della Fondazione Progetto Arca, che ringrazio. Milano fa la sua parte".

Milano si prepara ad accogliere 100mila rifugiati

Non è che una delle famiglie che stanno cercando di raggiungere il confine italiano. Intanto in Lombardia si sta organizzando l'accoglienza per i profughi ucraini: qui ci si prepara per accogliere 100mila persone. La stima, piuttosto elevata se si pensa che in tutta Italia sono previsti circa 900mila profughi, è stata fatta tenendo conto della già nutrita comunità ucraina che vive entro i confini regionali: sono 55mila persone. Fontana stima che possano arrivare una o due persone per ogni ucraino residente: "Probabilmente saranno meno, però ci dobbiamo preparare per una evenienza di questo genere". Regione Lombardia ha già detto che metterà a disposizione per loro tamponi e vaccini anti Covid gratuiti. La vice presidente Letizia Moratti aveva annunciato nei giorni scorsi di aver messo a disposizione otto Covid hotel – cinque a Milano, due a Bergamo e uno a Varese – che saranno adibiti a centri di accoglienza. E ancora: nelle varie parrocchie e associazioni si sta raccogliendo beni di prima necessità da inviare nelle terre bombardate.

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