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Rientro a scuola in Lombardia, le 10 regole da seguire in caso di sintomi da Covid-19

In Lombardia è iniziata la scuola ai tempi del Covid-19. Il ritorno tra i banchi è accompagnato dalle tante incertezze su come comportarsi in caso di comparsa di sintomi nei bambini o negli studenti più grandi. Come accedere al tampone? Quando e per chi scatta l’isolamento fiduciario? E quando si può tornare a scuola? Ecco un vademecum con dieci cose da sapere per genitori, figli e insegnanti.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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Si torna a scuola in tempo di pandemia di Covid-19. E l'inizio dell'anno scolastico, com'era inevitabile, ha comportato anche i primi casi di positività al Coronavirus non solo tra i bambini dell'asilo e gli studenti più grandi, ma anche tra i loro genitori. Come ci si deve comportare in questi casi? Quando scatta l'obbligo di quarantena, come si può accedere ai tamponi necessari per rientrare in classe? E cosa accade se uno studente si ammala, non di Covid ma di un comune e banale malanno di stagione? La confusione a riguardo è tanta: proviamo a dissipare i dubbi anche grazie alle indicazioni fornite dalla Regione Lombardia sulla base del protocollo nazionale precisando però subito una cosa: la discrezionalità in materia è tanta, affidata sia ai vari dirigenti scolastici degli istituti sia ai medici e alle diverse Ats (Agenzie per la tutela della salute), che valutano caso per caso.

1. Come accedere al tampone

Com'era stato anticipato da Fanpage.it, per sveltire le procedure di identificazione dei casi positivi nelle scuole Regione Lombardia ha previsto un percorso semplificato, una "via preferenziale" che dovrebbe garantire una riduzione dei tempi di esecuzione e refertazione del tampone, sia per gli studenti che per il personale docente. Queste due categorie potranno dunque accedere, senza prenotazione e con autocertificazione della motivazione (i moduli si possono scaricare qui) ai "punti tampone" che le Ats renderanno disponibili alle varie scuole, indicando le strutture più vicine. In ogni caso, ogni punto tampone dovrà accogliere le richieste pervenute da studenti e personale docente. Le strutture dovranno essere accessibili tutti i giorni dal lunedì al sabato indicativamente dalle ore 9 alle 13: in ogni caso dovranno garantire un servizio di almeno 4 ore al giorno. All'ingresso saranno registrati i dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita e codice fiscale) e un telefono di riferimento della persona da testare. I tamponi dovranno essere processati in giornata e i risultati saranno caricati e resi disponibili sul Fascicolo sanitario elettronico.

2. Come si devono comportare insegnanti o operatori scolastici in caso di sintomi

Le modalità e i percorsi per identificare e isolare i casi di Covid variano a seconda che il soggetto interessato sia uno studente o un docente, dell’età dello studente (i percorsi cambiano per studenti da 0 a 13-14 anni, che frequentano asili o scuole primarie e secondarie di primo grado, e per studenti oltre i 13-14 anni, a partire dalla scuola secondaria di secondo grado), e del contesto in cui si presenta la sintomatologia, cioè se i sintomi si presentano a scuola o a casa. Per quanto riguarda il personale scolastico, se insegnanti o altri operatori afferenti ai servizi educativi dell’infanzia e scuole di ogni ordine e grado presentano sintomi riconducibili al Covid-19, dovranno contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico di medicina generale (Mmg). Sarà lui, nel caso, a invitarli a sottoporsi al tampone, e per farli dovranno recarsi a uno dei punti tampone con modulo di autocertificazione.

3. Come si devono comportare studenti da 0 a 13-14 anni in caso di comparsa di sintomi

Per quanto riguarda gli studenti più piccoli, da 0 a 13-14 anni: se i sintomi compaiono a scuola, un genitore dovrà accompagnare il figlio al punto tampone più vicino (o a una delle altre strutture) con il modulo di autocertificazione e dovrà prendere contatti con il proprio Pediatra di libera scelta (Pls). Se i sintomi si presentano invece a casa, il genitore del bambino dovrà contattare nel più breve tempo possibile il proprio pediatra: se il medico suggerirà di sottoporre il figlio a tampone, il genitore lo dovrà accompagnare al punto tampone con modulo di autocertificazione.

4. Come si devono comportare studenti maggiori di 13-14 anni in caso di comparsa di sintomi

In caso di studenti più grandi: se i sintomi si presentano a scuola, il genitore dovrà accompagnare il figlio al punto tampone con modulo di autocertificazione e prendere contatti con il proprio pediatra o medico di base. Lo studente maggiorenne potrà presentarsi da solo al punto tampone con il modulo di autocertificazione. Se i sintomi si presentano a casa, invece, il genitore o lo stesso studente maggiorenne dovrà contattare nel più breve tempo possibile il proprio pediatra o medico di base. Se il dottore indicherà di effettuare il tampone, il genitore dovrà accompagnare il figlio al punto tampone con modulo di autocertificazione: lo studente maggiorenne potrà recarsi da solo nella struttura, sempre provvisto di autocertificazione.

5. Cosa succede in caso di positività al tampone

In caso di positività al tampone, come prevedono le norme nazionali, il soggetto positivo dovrà rimanere in quarantena per almeno 14 giorni, e comunque fino a quando un doppio tampone effettuato a distanza di 24/48 ore l’uno dall’altro darà in entrambi i casi esito negativo.

6. Quando e per chi scatta l'isolamento fiduciario

Per quanto riguarda l'isolamento delle persone entrate in contatto con il positivo, le linee guida della Regione Lombardia precisano che "l’isolamento domiciliare fiduciario dei contatti stretti" potrà essere disposto "unicamente a seguito di segnalazione di caso accertato Covid-19", quindi con una positività conclamata. In questo caso scatterà dunque la quarantena per i contatti stretti. C'è però un margine di discrezionalità: caso per caso, competeranno ai singoli dipartimenti di Igiene e prevenzione sanitaria (Dips) delle differenti Ats le valutazioni per disporre l'isolamento domiciliare fiduciario dei contatti stretti. Anche i singoli dirigenti scolastici degli istituti potranno decidere, di volta in volta, quali eventuali provvedimenti più restrittivi applicare.

7. Chi sono i contatti stretti di un caso positivo

Ma chi sono i contatti stretti? Oltre ai famigliari, la Regione Lombardia precisa che "sono considerati contatti stretti di caso gli studenti dell’intera classe (presenti nelle 48 ore precedenti)". Per quanto riguarda insegnanti e personale scolastico, se si sono rispettate le norme di distanziamento interpersonale, igienizzazione delle mani e si è utilizzata correttamente la mascherina chirurgica non sono da considerarsi contatti stretti del caso positivo. Anche in questo frangente, tuttavia, potrebbero esserci differenti valutazioni a seconda dell'effettiva durata e tipologia dell’esposizione al positivo.

8. Quando si può tornare in classe

Sono tre i casi: soggetti con sintomi (ma senza positività accertata), soggetti in isolamento fiduciario perché contatto stretto di un positivo accertato e casi accertati. Un soggetto (studente o insegnante) a casa perché ha manifestato sintomi, potrà tornare in classe dopo l'esito negativo del tampone: il pediatra o il medico curante dovrà valutare se ripetere il test a distanza di 2-3 giorni e in ogni caso il soggetto sintomatico (quindi con sintomatologia simil-Covid, ma senza una positività accertata al tampone), dovrà rimanere a casa fino alla guarigione clinica e all'esito del secondo test. Una persona (studente o personale scolastico) che è invece stata posta in isolamento domiciliare perché considerata contatto stretto di un caso accertato potrà tornare a scuola a seguito di esito negativo del tampone, che dovrà preferibilmente essere eseguito verso la fine della sua quarantena. In caso di persona positiva, infine, il rientro a scuola sarà possibile dopo la completa guarigione dal Covid-19: bisognerà trascorrere una quarantena di almeno 14 giorni ed eseguire a distanza di 24 o 48 ore un doppio tampone che risulti in entrambi i casi negativo. L'esito del tampone dovrà essere trasmesso dall'Ats al medico curante o al pediatra di libera scelta, che dovrà attestare, tramite un certificato, la riammissione sicura in collettività.

9. Quando servirà un certificato per il rientro a scuola

Il certificato per rientrare in classe servirà solo in caso di positività accertata o se il soggetto si sarà sottoposto a un tampone (una delle tre tipologie elencate sopra). Se invece un soggetto – studente o insegnante – non sarà stato sottoposto a tampone perché la sua sintomatologia non è riconducibile al Coronavirus, non sarà richiesta alcuna certificazione né attestazione per il rientro in classe. La scuola potrà però eventualmente chiedere una dichiarazione da parte dei genitori sui motivi dell'assenza e la Regione sottolinea l'importanza del patto di corresponsabilità tra istituti e famiglie: ci si dovrà in sostanza "fidare" di ciò che dichiareranno i genitori.

10. Cosa accade se uno studente si assenta per malanni di stagione

Nel caso in cui uno studente si dovesse assentare da scuola per malanni e sintomatologia non riconducibile al Covid-19, spetterà al medico curante o al pediatra indicare alla famiglia le migliori cure da seguire. Lo stesso medico poi, in base all’evoluzione del quadro clinico del paziente, valuterà i tempi per il suo rientro in classe, per cui come scritto non servirà alcun certificato.

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