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Rider investito da un pirata della strada: per il 31enne negato l’accesso al fondo per le vittime

Il 29 novembre 2022, un rider è stato investito sulla pista ciclabile in corso Venezia a Milano. Il conducente è scappato e non è mai stato ritrovato. Il legale che assiste il 31enne aveva chiesto di poter accedere al Fondo di garanzia per le vittime della strada. La compagnia assicurativa ha però rigettato la sua richiesta.
A cura di Ilaria Quattrone
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La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta (anche per il risarcimento) per il rider di 31 anni che, il 29 novembre 2022, è stato investito sulla pista ciclabile in corso Venezia a Milano.

A travolgerlo è stata una minicar: il conducente è però scappato. Il legale che assiste il 31enne, Luigi Vitali, aveva chiesto di poter accedere al Fondo di garanzia per le vittime della strada che è nato per risarcire le vittime di incidenti quando l'autore resta ignoto o è privo di copertura assicurativa. La compagnia assicurativa ha però rigettato la sua richiesta.

L'incidente del 2022

In quel 29 novembre, il 31enne stava rientrando a casa attorno alle 22 dopo un turno di lavoro. All'incrocio tra corso Venezia e via Borghetto avrebbe incrociato un uomo di età compresa tra i 40 e i 50 anni alla guida di una minicar. Questo, dopo aver pronunciato "una frase incomprensibile", avrebbe iniziato a "inveire nei suoi confronti". L'uomo è poi tornato indietro per investirlo. Lo ha trascinato per alcuni metri e poi è scappato.

La scena era stata ripresa da un testimone, che ha consegnato le immagini agli inquirenti. All'epoca, la Procura aveva aperto un'inchiesta a carico di ignoti per lesioni personali stradali gravi o gravissime. I filmati avevano permesso di risalire ad alcuni numeri di targa e i sospetti si sarebbero concentrati su una persona, ma non ci sarebbero abbastanza elementi per arrivare a un processo.

La risposta della compagnia assicurativa

Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Giorno, la compagnia assicurativa, che si è occupata dalla vicenda, ha fatto sapere con una comunicazione che il fatto non rientra "nella normale circolazione stradale ma trattasi di investimento volontario, per il quale reato non è prevista la gestione a carico del Fondo". In sostanza non sarebbe riconosciuto come un incidente perché – come scoperto dalla polizia locale coordinata dalla pubblico ministero Simona Ferraiuolo – il conducente avrebbe puntato verso il 31enne e lo avrebbe investito deliberatamente.

Il rider continua a lavorare e adesso vive in Piemonte. Dopo quell'incidente "ha riportato danni permanenti, dovuti alla frattura biossea della gamba sinistra, e in aggiunta gli è stato negato anche l’accesso al Fondo di garanzia per le vittime della strada. Le piattaforme, inoltre, non corrispondono alcun tipo di indennizzo ai rider, che sono inquadrati come lavoratori autonomi", ha spiegato il suo avvocato al Giorno.

Il legale chiederà, dinanzi a un tribunale civile, di poter accedere a un fondo istituiti proprio per tutelare persone come il 31enne.

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