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Ricoverato da mesi, Giovanni sposa Anna all’ospedale Niguarda dopo 45 anni insieme: “Non volevo più aspettare”

Giovanni è ricoverato nel Centro Nemo di Milano da sei mesi a causa della sindrome di Guillain-Barré che lo ha costretto in poco tempo alla paralisi: davanti all’ufficiale civile del Comune di Milano ha detto sì alla sua Anna.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto dal sito del Centro NeMO dell'ospedale Niguarda di Milano
Foto dal sito del Centro NeMO dell'ospedale Niguarda di Milano

Nozze tra le corsie del Centro Nemo di Milano, all’interno dell'ospedale Niguarda. Qui lo scorso 12 dicembre Giovanni, ricoverato in reparto da 6 mesi a causa della sindrome di Guillain-Barré che lo ha costretto in poco tempo alla paralisi, ha sposato la sua Anna alla presenza di famigliari e amici. Il matrimonio arriva dopo 45 anni insieme. Con loro c'era anche i medici del Centro specializzato nella cura e nella ricerca sulle malattie neuromuscolari e neurodegenerative.

Foto dal Centro NeMO dell'ospedale Niguarda di Milano
Foto dal Centro NeMO dell'ospedale Niguarda di Milano

"L’amore è la forza più grande", ha precisato Giovanni e come si legge sulla pagina del Centro. Poi ha aggiunto: "Sposiamoci qui, Anna. Non voglio più aspettare. Qui a Nemo mi sento sicuro". Ecco quindi che la coppia, dopo 45 anni insieme, ha mantenuto la promessa di sposarsi. Gli operatori del centro di cura si sono subito attivati per arredare la sala e organizzare la cerimonia. C'era tutto per il grande evento: dagli abiti da cerimonia e le decorazioni alla torta di nozze e gli invitati. Così Giovanni dopo mesi ha lasciato la sua stanza e ha detto sì alla sua Anna davanti all'ufficiale civile del Comune di Milano.

Il direttore clinico-scientifico del Centro, la dottoressa Valeria Sansone, ha spiegato così la sindrome di Guillain-Barré. Si tratta della "prima causa di neuropatia acuta acquisita immunomediata", ma rassicura: "Nonostante il recupero preveda lunghi mesi di lavoro intenso, che vede impegnato in particolare il comparto riabilitativo, i risultati sono molto positivi. Ed è inevitabile che si creino legami che durano nel tempo, rendendo NeMO una seconda casa per le famiglie". La speranza è che Giovanni si riprenda presto.

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