Riconoscimento dei figli delle coppie Lgbt, il Partito Gay: “Sala disobbedisca allo stop del prefetto”
"Più delle parole servono i fatti, per questo chiediamo a Beppe Sala e agli altri sindaci di fare disobbedienza civile". È l'appello lanciato da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale, in risposta alla circolare del prefetto di Milano Renato Saccone che, su impulso del ministero dell'Interno, vieta le trascrizioni degli atti di nascita. Intervistato da Fanpage.it, Marrazzo chiede da parte del primo cittadino del capoluogo lombardo "un'azione forte, come quella fatta negli Usa negli anni '50 quando i sindaci si opponevano ai divieti dei matrimoni interrazziali".
Con una circolare, il prefetto Saccone ha chiesto all'amministrazione comunale di Milano l'interruzione del riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche. Il documento recepisce la sentenza n.38162 della Corte di Cassazione, che risale allo scorso dicembre, nella quale i supremi giudici hanno stabilito che i bambini nati all'estero con la maternità surrogata devono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori solo tramite l'adozione in casi particolari, e non con la semplice trascrizione diretta all'anagrafe.
La stepchild adoption
Pratica, conosciuta anche con il termine "stepchild adoption", che richiede l'approvazione di un giudice, quindi un processo, avvocati e tempi dilatati. Questa, però, per essere applicata bisogna aspettare che il minore abbia un legame affettivo con il genitore non biologico, dopodiché inizia l'iter che coinvolge Tribunali e servizi sociali.
"Per stabilire il legame affettivo servono due anni di convivenza", commenta Marrazzo, "e il processo dura almeno altri due anni, quindi l'adozione particolare nella maggior parte dei casi non si riesce ad avere prima che il figlio non ha quattro anni d'età". Cosa che causa non pochi problemi, perché in tutto questo tempo l'unico genitore biologico potrebbe avere problemi di ogni tipo, anche la morte stessa, costringendo il figlio ad andare in affidamento a nonni o, appunto servizi sociali, e non al genitore affettivo con il quale convive da tempo.
Cosa rischierebbe Sala con la disobbedienza civile
Dallo scorso luglio, Sala aveva ricominciato a formare certificati anagrafici per i figli nati dalle coppie di due madri facendo valere i suoi poteri da capo dell'ufficio di stato civile, colmando così un vuoto normativo che ancora persiste nonostante le sollecitazioni della Corte costituzionale. Ora, però, con questa circolare la Prefettura lo ha avvertito che se dovesse continuare, sarà richiesto l'intervento della Procura per annullare i certificati.
"Quando, una norma è ingiusta e discriminatoria chi fa politica deve avere il coraggio di disobbedire", insiste il portavoce del Partito gay. Se Sala dovesse decidere di fare obiezione di coscienza, il prefetto potrebbe intimare la sospensione dell'incarico da sindaco. "Però è l'unica cosa che può fare concretamente, non è compito suo fare leggi in parlamento", ribadisce Marrazzo che poi propone: "Se insieme a lui lo fanno anche altri, questo diventerebbe un caso a livello nazionale. E anche il ministero avrebbe difficoltà a sospendere sette o otto sindaci di altrettante città".