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Ricciarda Belgiojoso: “Con la musica Piano City mostra zone di Milano in anteprima ai cittadini”

Torna dal 20 al 22 maggio Piano City Milano. Fanpage.it ha intervistato la direttrice artistica del festival musicale, Ricciarda Belgiojoso, per parlare delle sensazioni a poche ore dalla nuova edizione.
A cura di Filippo M. Capra
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Mancano quattro giorni al ritorno in presenza piena di Piano City Milano, il festival musicale completamente gratuito che riempirà le strade e i luoghi del capoluogo lombardo per 72 ore. Fanpage.it ha intervistato Ricciarda Belgiojoso, direttrice artistica di Piano City, per farsi raccontare quali sono le emozioni e le aspettative di questa nuova edizione.

Ricciarda, tornate a pieno regime dopo tre anni dall'ultima volta. Cosa provate?

Piano City Milano è il festival della condivisione della città. Per noi è una grandissima emozione tornare ai ritmi di una volta, senza la necessità di doversi prenotare e la possibilità di avere degli artisti internazionali. Pensiamo comunque che molti possano ancora avere paura del virus, motivo per cui è un ritorno pensato anche un po' per loro e magari qualche timore ancora ce l'ha. Abbiamo quindi organizzato per lo più concerti all'aperto in spazi ampi: l'appassionato può cercarsi il suo concerto, studiandosi un programma mentre gli altri magari si fanno un giro nel parco e trovano il concerto e fermarsi ad ascoltare un po' di buona musica. Vale lo stesso per i bambini.

A loro è dedicato un programma ad hoc. 

Sì, abbiamo dei laboratori in cui si suona per i bambini dai 5 ai 10 anni: sono laboratori toy pianos collettivi a gruppi di 15 o 30. Sono tre diversi, differenziati, e abbiamo progetti per i piccolissimi già a partire da venerdì pomeriggio, organizzati d'accordo con alcune scuole dell'infanzia. È un processo che dura da qualche mese, è un progetto che facciamo con gli insegnanti. Diamo molto spazio ai bambini perché è il pubblico del futuro.

Il sindaco Sala si è sempre detto entusiasta di Piano City Milano. Le ha detto qualcosa in privato che ci può svelare?

Piano City è una manifestazione legatissima a Milano. Oltre che con il Comune, noi ci interfacciamo anche con altre istituzioni come le università e Triennale, per citarne un paio. Quest'anno andiamo in nuovi luoghi, dal nuovo museo del design all'ex macello che sarà mostrato in anteprima speciale, così come lo scalo Farini. Credo che il sindaco Sala apprezzi il fatto che noi raccontiamo la città in anteprima condividendola con il grande pubblico grazie alla musica.

Quali altri luoghi scopriranno i milanesi?

Ci sono quartieri nuovissimi, c'è un concerto in piazza Olivetti che ancora non è un punto di riferimento ma lo diventerà in poco tempo. Grazie alla musica tantissime location prendono vita e restano nel cuore dei cittadini, come è successo con le cascine che stanno diventando, o sono già diventate, centri culturali. Mi viene in mente cascina Merlata.

Quanti spettatori vi aspettate?

Non oserei sparare numeri ma nel 2019 avevamo superato i 100.000 spettatori. A me interessa più la qualità, poi è vero che avendo dell'offerta e tutti i quartieri da mettere in musica, i numeri diventano importanti. I cittadini si sono affezionati a Piano City perché possono seguire la musica dal vivo in tranquillità. Questo è un ritorno importante anche per gli artisti che dopo oltre due anni di immobilità tornano ad esibirsi dal vivo senza restrizioni.

In quale luogo non siete mai stati e vorreste aggiungere negli anni futuri?

Ci piacerebbe qualche terrazza alta che domini Milano che è il motivo per cui abbiamo chiesto e ottenuto il Belvedere di Palazzo della Regione. Credo che esplorare Milano dall'alto è un tema che potremo approfondire nei prossimi anni, siamo aperti a candidature.

Le terrazze del Duomo sono un'opzione? 

In passato ci siamo già stati e contiamo di tornarci. Senza il Covid sarà più facile.

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