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Riccardo Bossi chiede il processo con rito abbreviato: “Non aveva diritto al reddito di cittadinanza”

Il figlio di Umberto Bossi, condannato in passato per truffa e insolvenza fraudolenta, ha ricevuto illecitamente dallo Stato italiano oltre 12mila euro in 43 mensilità fra il 2020 e il 2023. L’accusa è di falsa attestazione.
A cura di Francesca Del Boca
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Riccardo Bossi
Riccardo Bossi

Riccardo Bossi, figlio del fondatore della Lega Umberto Bossi, ha chiesto di essere processato con rito abbreviato (e quindi ottenendo in caso uno sconto di pena) per la vicenda del reddito di cittadinanza che avrebbe percepito indebitamente tra il 2020 e il 2023.  La giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Busto Arsizio (Varese) Veronica Giacoia ha aggiornato l'udienza al 14 gennaio 2025.

L'udienza preliminare si è svolta questa mattina. Il primogenito del Senatùr è accusato di falsa attestazione: secondo la Procura, avrebbe percepito più di 12mila euro dallo Stato senza averne effettivamente diritto.

L'indagine risale al marzo di quest'anno, quando il sostituto procuratore Nadia Alessandra Calcaterra ha sviluppato una segnalazione dell'Agenzia delle Entrate che riguardava l'indebito percepimento di un assegno mensile di 280 euro che il 45enne avrebbe dovuto usare per pagare l'affitto dell'appartamento nel quale viveva. Da quanto emerso, però, il figlio del fondatore della Lega era stato raggiunto da un'ingiunzione di sfratto per morosità già nel 2019, e aveva lasciato l'abitazione nel 2022. Il pm gli ha così contestato l'indebito percepimento di 43 mensilità, per un valore complessivo di circa 12800 euro.

Non è certo il primo guaio con la legge per Riccardo Bossi, ex pilota di rally classe 1979. Già nel 2016 il 45enne era stato condannato a un anno e otto mesi per appropriazione indebita aggravata per alcune spese personali effettuate con i fondi del Carroccio (tra cui circa 160mila euro sottratti dalle casse del partito per pagare bollette, pay tv e vari servizi), mentre nel 2014 la condanna è arrivata per il mancato pagamento del conto in una gioielleria di Busto Arsizio, dove aveva acquistato monili Bulgari e orologi Rolex. Senza contare un'altra denuncia nel 2020, stavolta per non aver pagato il conto di una cena a base di pesce crudo e champagne in un noto ristorante di Milano.

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