Riapre la scuola a Milano, assembramenti all’ingresso: “Così tra una settimana si chiude”
Tornano sui banchi di scuola oltre un milione di studenti lombardi, oltre 70mila nella sola Milano. Si tratta dei bambini e dei ragazzi che frequentano le poco meno di 5000 scuole primarie e secondarie della regione, circa 1.200 delle quali si trovano nel capoluogo lombardo. Oggi, lunedì 14 settembre, è il primo giorno di scuola nell'epoca post Coronavirus: ma la pandemia è ancora in atto e l'attenzione è massima sia per garantire il rispetto delle norme anti contagio (mascherine, distanziamento), sia per isolare eventuali – ma quasi certi – casi di positività che dovessero riguardare alunni o insegnanti. Che non sarà un anno scolastico facile lo si evince anche da questo primo giorno: all'istituto Trilussa di via Graf, una scuola elementare milanese, come documentato da Fanpage.it si è creato qualche assembramento di troppo all'ingresso, con qualche genitore che non ha mancato di sottolineare il mancato rispetto della distanza interpersonale. "Se va avanti così tra una settimana si chiude – ha detto una mamma a Fanpage.it -. Noi rappresentanti dei genitori avevamo mandato una circolare spiegando che dovevano lasciare i bambini senza accompagnarli al cancello. Così i bambini si ammalano: io non rischio la vita di mia figlia per mandarla a scuola". La confusione alla fine ha portato all'intervento della polizia locale, arrivata però quando ormai la situazione si era risolta.
A mezzogiorno presidio dei sindacati per protestare contro la mancanza di insegnanti
A Milano le scuole partono una settimana dopo l'inizio di asili e materne, che sono state una sorta di prova generale. Ma la ripresa delle scuole, soprattutto superiori, implica una serie di difficoltà in più: dai trasporti, che da oggi aumentano la capienza all'80 per cento e che saranno quindi sottoposti a un importante test legato all'affluenza, agli stessi insegnanti. Secondo il sindacato Flc Cgil – che alle 12 ha organizzato un presidio di protesta assieme agli altri sindacati davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale, ex Provveditorato agli studi – saranno in totale 30mila in tutta la Lombardia le "cattedre vuote", oltre 10mila solo nel Milanese.
Alle difficoltà legate alla mancanza di insegnanti e ai trasporti si aggiungono quelle relative agli spazi, quanto mai necessari per garantire il distanziamento. A Milano il Comune ha cercato di correre ai ripari: una parte della storica sede dei centri di formazione, in viale D’Annunzio, ospiterà alcuni ragazzi e ragazze dell’Istituto comprensivo statale Cavalieri, mentre altri 1200 bambini circa troveranno spazio nei 50 moduli temporanei di legno, dei prefabbricati, che Palazzo Marino ha acquistato e che sta allestendo dalla scorsa settimana nei cortili di dieci scuole: dovrebbero essere pronti però da mercoledì. In attesa che tutti i problemi vengano risolti molte scuole faranno ricorso alla didattica a distanza, ancora valida secondo quanto riferito dal ministero dell'Istruzione: ne usufruiranno, a rotazione, il 30 per cento circa degli studenti milanesi.