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Omicidio di Eros Di Ronza

Riapre il bar dove è stato ucciso il ladro che aveva rubato i gratta e vinci, un parente: “4 furti solo quest’anno”

Riapre il bar di via Giovanni da Cermenate a Milano a pochi giorni dalla morte di Eros Di Ronza, il 37enne ucciso con 36 forbiciate dopo il tentato furto di alcuni gratta e vinci dai titolari Zhou Shu e Chongbing Liu. Sono arrestati con l’accusa di omicidio volontario e si trovano ora ai domiciliari.
A cura di Francesca Del Boca
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Riapre il bar di via Giovanni da Cermenate a Milano a pochi giorni dalla morte di Eros Di Ronza, il 37enne ucciso con 36 forbiciate dai gestori del locale dopo il tentato furto di alcuni gratta e vinci. A far rialzare la saracinesca dell'attività a conduzione familiare è un cugino di Zhou Shu e Chongbing Liu, arrestati con l'accusa di omicidio volontario e ora ai domiciliari.

"Abbiamo riaperto domenica pomeriggio", ha detto il giovane ai microfoni della trasmissione Mattino4. "Speriamo che questa vicenda finisca il prima possibile. Quest'anno abbiamo subito già quattro furti".

Una condizione che ha recentemente sottolineato anche il gip Tiziana Gueli, e che è valsa la scarcerazione dei responsabili immortalati dalle telecamere di sicurezza del locale mentre sferrano con violenza i numerosi fendenti contro Eros Di Ronza in fuga. "I gestori del bar hanno ucciso con rabbia e frustrazione. Avevano appena subito un furto, l'ultimo di una lunga serie", si legge infatti scritto nell'ordinanza di convalida del fermo dei due gestori.

E ancora: "Non volevano vedere ancora una volta il frutto del loro lavoro dileguarsi in un attimo, con i conseguenti danni patrimoniali". E proprio lo stato di "shock emotivo" in cui i titolari, incensurati e da anni residenti in Italia, sono stati ritrovati dai carabinieri testimonierebbe "la presa di coscienza e la disperazione per la commissione di un gesto che anche loro stessi, forse, non ritenevano possibile". Ovvero inseguire il ladro per oltre 40 metri,  infierendo con una lama d'acciaio anche quando il  37enne si trovava già a terra, con il frutto del suo "bottino" sparpagliato sull'asfalto bagnato di pioggia.

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