Restano in carcere i 3 arrestati per aver violentato una ragazza in un motel: “Troppe contraddizioni”
Hanno chiesto un'attenuazione della misura cautelare che li costringe in carcere, ma il gip di Milano Alessandra Di Fazio ha respinto la richiesta. Secondo il giudice, infatti, la versione dei due dei tre giovani albanesi arrestati il 12 novembre con l'accusa di aver abusato per quasi 12 ore di una 23enne di origine haitiana "stride con il fatto che questi si siano recati in albergo in due momenti diversi e soprattutto che abbiano fornito versioni diverse quanto al pagamento".
Il "quadro indiziario" resta quindi "immutato" e risulta "vano ogni tentativo degli indagati di screditare la versione della vittima", anche perché pur a volerla "ritenere" una "prostituta" attiene "comunque esclusivamente a quest'ultima scegliere le modalità di vendita del proprio corpo". I tre avevano conosciuto la ragazza di 23 anni lo scorso maggio in una discoteca nella zona della movida milanese. Dopo averla portata in una stanza di un Motel a Cornaredo, avrebbero abusato di lei per ore.
La prestazione sessuale concordata
I tre, però, si difendono sostenendo che la giovane fosse consenziente che fosse stata pagata. Tuttavia, starebbe proprio qui una delle principali contraddizioni. Loro dicono di aver "preventivamente concordato con la vittima sesso a pagamento per tutti e tre". Nonostante ciò, il 21enne Alvardo Agaraj, già in carcere dal 26 ottobre scorso accusato di aver ucciso un marocchino di 45 anni a Cornaredo, ha detto di "non sapere quando" e tantomeno "quanto" il fratello 23enne Xhentjan Agaraj l'avrebbe pagata.
Il cugino 29enne Alfiol Quku parla di "1.000euro", senza sapere se questi soldi le erano stati effettivamente consegnanti, mentre Xhentjan, detto Jack, ha sostenuto di averle dato "300 euro" e ha negato pure "di aver avuto rapporti sessuali", a differenza degli altri due.
Troppi i punti ancora da chiarire e in contraddizione tra loro, perciò restano in carcere. La Procura, nel frattempo, ha chiesto di disporre un incidente probatorio per ascoltare la vittima in vista di un eventuale processo. Il gip, poi, ha sottolineato la "gravità dei fatti commessi" e le "allarmanti modalità di commissione" delle violenze.