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Regione Lombardia dedica il percorso di inserimento lavorativo solo ai maschi: scoppia la polemica

Il nuovo bando di Regione Lombardia per la Dote Unica Lavoro dichiara espressamente di essere rivolto unicamente alle persone di genere maschile. L’Opposizione in Consiglio regionale insorge: “Tutti i tipi di sostegni devono essere almeno universalistici”.
A cura di Chiara Daffini
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La schermata del sito di Regione Lombardia inerente la V fase della Dote Unica Lavoro
La schermata del sito di Regione Lombardia inerente la V fase della Dote Unica Lavoro

È polemica in Consiglio regionale il bando della V fase della Dote Unica Lavoro, uno strumento di sostegno all'occupazione che Regione Lombardia dedica all'inserimento o al reinserimento lavorativo attraverso percorsi di riqualificazione professionale e servizi di avviamento al lavoro e di formazione erogati da operatori pubblici e privati.

Il motivo della querelle sono i requisiti di accesso al bando, approvato lo scorso 19 aprile. Tra questi, spicca un particolare stridente: potranno accedere solo persone "di genere maschile". La conditio sine qua non è specificata nel secondo punto della descrizione principale del bando e ribadita in calce.

"Sono escluse le persone disoccupate prive di impiego che non rientrano nelle categorie di cui sopra – si legge nella descrizione sul sito di Regione Lombardia -, a partire dal genere femminile, in quanto possono avere accesso alla misura finanziata a valere sul Programma GOL usufruendo dei medesimi servizi di politica attiva".

Il programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) è un altro strumento messo in campo da Regione Lombardia per il sostegno all'occupazione. E in esso troviamo effettivamente un'attenzione particolare alle donne, ai giovani e ai soggetti fragili.

Attenzione che però non è esclusiva, come si evince dal piano attuativo dello stesso. Nel documento, consultabile sul sito della Regione, i potenziali beneficiari sono per il 54,8 per cento donne e per il 45,2 per cento uomini.

Dal sito di Regione Lombardia, il documento del piano attuativo GOL, con le percentuali dei potenziali beneficiari
Dal sito di Regione Lombardia, il documento del piano attuativo GOL, con le percentuali dei potenziali beneficiari

Gli uomini aventi diritto alla Dote Unica Lavoro, dunque, sono sì esclusi dal GOL, ma sono solo una fetta della platea di genere maschile che può farvi richiesta.

L'accusa dell'Opposizione

Su questo punto è intervenuta la consigliera regionale Paola Bocci (Pd), che spiega a Fanpage.it: "La mia interpellanza riguarda il bando per come è stato scritto, in una logica di complementarietà a senso unico, perché se la Dote Unica Lavoro regionale esclude totalmente le donne, il GOL non fa altrettanto con gli uomini".

Le linee di indirizzo nazionali, tra l'altro, non prevedono l'esclusione di una fetta di uomini dal GOL, è stato il piano attuativo regionale della Lombardia a introdurre questa specifica.

"Posso capire la ratio – continua Bocci -, ma il punto di partenza è politico: non si aiuta ad excludendum, tutti i tipi di sostegni devono essere almeno universalistici, poi sarà nell'erogazione che si potrà tenere conto della richiesta effettiva, riequilibrare cioè a valle, non a monte".

Nell'interpellanza di Bocci si legge anche: "In Italia e in Lombardia le donne scontano tutt'ora difficoltà occupazionali e salariali maggiori rispetto agli uomini, tant'è vero che sono depositarie di misure mirate in tal senso che però non dovrebbero in alcun modo pregiudicare l'accesso alle politiche del lavoro generale della regione, pena l'annullamento dell'efficacia di tali politiche mirate e il mantenimento di un sistema discriminatorio e iniquo che non consentirebbe alle donne di raggiungere la parità di trattamento nei confronti del genere maschile".

La replica della Giunta

"L’impostazione del programma GOL da parte del ministero aveva però previsto l’utilizzo di questa politica attiva nazionale destinata solo alle donne, ai percettori di reddito di cittadinanza e coloro che percepivano la Naspi. Restavano esclusi i lavoratori maschi senza sussidi tra i 30 e i 55 anni e i lavoratori sospesi", spiega Simona Tironi, assessore alla formazione e al lavoro di Regione Lombardia.

"In regione Lombardia – continua – abbiamo sempre avuto politiche universali dedicate a tutti i lavoratori e per questo motivo abbiamo fatto un’aggiunta. Cioè tutti i lavoratori maschi ad oggi esclusi da GOL. Tutte le altre platee di destinatari (in primis tutte le donne) sono oggi coperte da GOL che offre gli stessi identici servizi non lasciando così nessuno "indietro". Una scelta pienamente consapevole e valutata senza rilievi anche dall’Autorità per le Pari Opportunità competente".

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