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Regione Lombardia censura le opere d’arte di Guerrino Tramonti: scotch sulle parolacce

Al Pirellone sono esposte le opere di Guerrino Tramonti. Alla Fondazione e Museo dedicato all’artista del Novecento di Faenza, però, è stato chiesto di censurare le parolacce scritte su due vasi.
A cura di Enrico Spaccini
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I vasi censurati con lo scotch (foto da Facebook)
I vasi censurati con lo scotch (foto da Facebook)

Al grattacielo Pirelli di Milano, dove ha sede il consiglio regionale della Lombardia, fino al 28 aprile si potranno ammirare le opere di Guerrino Tramonti. L'esposizione si intitola L'infinito che abbraccia i colori (a cura di Maria Christina Hamel), ed è stata organizzata dalla Fondazione e Museo Guerrino Tramonti di Faenza a cui appartengono i lavori. Tra gli aspetti più celebri dell'artista romagnolo del Novecento, ci sono senza dubbio gli insulti che era solito dipingere sulla ceramica. Tuttavia, chi decide di andare al Pirellone a osservare le ingiurie di Tramonti potrebbe rimanere deluso perché troverebbe solo del nastro adesivo frutto di una censura.

La censura con lo scotch

Due vasi, in particolare, del 1961 rappresentano due volti stilizzati che sembrano volersi dire qualcosa tra di loro. Si tratta di un'opera che formata dalla coppia di ceramiche che, all'altezza del collo, hanno due scritte: "Navighiamo in un mare di stronzi", recita uno, "i politici sono peggio delle puttane", ribadisce l'altro.

La richiesta di rimuovere dall'esposizione i due vasi è arrivata direttamente alla Fondazione e Museo Guerrino Tramonti che ha preferito, piuttosto che venirsele a riprendere, censurare le scritte con lo scotch. Si tratta, comunque, di opere che sono già state esposte oltre che a Faenza anche a Roma, a Urbino e perfino a Tokyo. E nessuno si era scandalizzato prima d'ora.

Gli insulti di Tramonti

Tramonti era solito riempire di insulti e ingiurie le sue opere, sfogandosi contro coloro che considerava suoi nemici e a cui attribuiva la responsabilità delle sue ferite.

Ad esempio, c'è un diario in ceramica in cui ogni pagina riporta lunghi testi di attacchi a destinatari precisi, come il sindaco, la Chiesa, i partiti in generale e il mondo dell'arte stesso. "Era irritato con il sistema dei favoritismi e con tutti i partiti e i potenti, locali e nazionali", ricordano dal museo Tramonti.

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