Regionali in Lombardia, Pizzul: “Se Letizia Moratti si smarca dalla destra il Pd deve valutare”
Nel centrodestra lombardo impazza la bufera. All'interno della coalizione azzurra, che in Lombardia da decenni viaggia con il vento a favore, la tensione si taglia con il coltello: nonostante la ricandidatura del presidente uscente Attilio Fontana, ribadita più volte dal diretto interessato, il nome del candidato ufficiale per le prossime regionali del 2023 ancora non c'è.
Pesano l'autocandidatura della vice di Fontana, Letizia Moratti, portata avanti con una determinazione senza paragoni: o con il centrodestra, o con un polo civico (forse proprio il Terzo polo di Renzi e Calenda?).
Pesa l'indebolimento della Lega di Matteo Salvini, principale sponsor di Attilio Fontana, che alle ultime elezioni ha raccimolato un misero 9 per cento (sfiorando però, va detto, il 14 per cento in Lombardia). Pesano i nuovi equilibri in costruzione all'interno della nuova maggioranza a trazione Fratelli D'Italia, che dopo gli ultimi risultati nazionali ha definitivamente preso in mano i bottoni del comando.
Dall'altra parte, intanto, che succede? Come si sta muovendo nel frattempo la coalizione del centrosinistra in Regione Lombardia, che aveva promesso l'annuncio del proprio candidato entro l'estate del 2022? A parlare a Fanpage.it è Fabio Pizzul, capogruppo dem all'interno di Palazzo Lombardia.
Quindi, che succede all'interno della coalizione di centrosinistra? Quando arriva il candidato?
Al momento si sta provando a definire una coalizione di centrosinistra che sia più ampia possibile. È stato dato mandato al segretario regionale Vinicio Peluffo di arrivare entro ottobre a una decisione condivisa. Perché effettivamente, con una destra così spaccata, bisogna giocarsela fino in fondo.
E Carlo Cottarelli è ancora in gioco?
Cottarelli è un nome che non è ancora del tutto tramontato. Chiaro che, essendo stato eletto in Senato, ha una prospettiva di un impegno a livello nazionale. E poi sì, anche il dato del suo confronto diretto nel collegio uninominale di Cremona, non certo brillante, forse lo depotenzia un po' in Lombardia.
Si parlava anche di un altro big come Bruno Tabacci.
Bruno Tabacci e altri nomi del genere sono state ipotesi da campagna elettorale nazionale, sicuramente poco realistici per la Lombardia.
Stanno inoltre circolando nomi che provengono direttamente dalle buone amministrazioni locali, dall'assessore milanese Pierfrancesco Maran al sindaco di Brescia Emilio Del Bono.
Emilio Del Bono ha espresso interesse per la questione, ne ha parlato con il sindaco Beppe Sala. Nome sicuramente spendibile. Come Stefania Bonaldi, ex sindaca di Crema: un'amministratrice locale che ha ben lavorato sul territorio. Anche quello di Maran è un nome apprezzato, sulla realtà milanese.
Il limite potrebbe però essere quello di limitarsi a una realtà circoscritta, mentre il nome del candidato dovrebbe allargare. Uscire dai circuiti dei partiti e delle città, dove il Pd ha sempre fatto bene nelle ultime elezioni. Il problema è andare a prendere voti in tutti gli altri territori. Su questo ci si sta interrogando.
E quali sarebbero nomi che potrebbero allargare, mettendo così d'accordo tutti?
Un nome su tutti ci sarebbe, quello del sindaco di Milano Beppe Sala. Il quale, però, ha già ripetuto più volte di volersi impegnare nella partita delle regionali, ma non di persona. Stiamo al suo volere. Ci sono altri nomi prestigiosi: penso a Giuliano Pisapia. Nomi che girano, non nomi su cui si sta già facendo un ragionamento concreto.
Primarie sì o no?
Se non si dovesse arrivare a un nome condiviso, sì: in questo caso, il nome ufficiale arriverebbe entro Natale. Io, poi, personalmente lo considero lo strumento più opportuno, dal momento che garantirebbe una partecipazione dal basso di cui oggi c'è davvero bisogno. In tal caso, anche io metterò a disposizione la mia esperienza.
Con la candidatura civica (o con il Terzo Polo) di Letizia Moratti, che scenari si aprono per il centrosinistra?
Al momento leggo questa candidatura come una candidatura di centrodestra. Qualora la vicepresidente Moratti si smarcasse dalla colazione di centrodestra, prendendone davvero le distanze in maniera chiara e inequivocabile, cambierebbe il panorama.
Si tratterebbe di una nuova fase politica. Non dico che il Partito Democratico debba correre tra le sue braccia, ma di certo dovrebbe fare importanti valutazioni.
Alleanza con il Movimento 5 Stelle sì o no?
Io personalmente auspico a un'alleanza con il Movimento 5 Stelle. Non vedrei nulla di strano a ripartire dal percorso comune che abbiamo fatto qui in Lombardia. Del resto questa incompatibilità che ci viene quasi imposta a livello nazionale, tra Cinque Stelle e Terzo Polo, non la vedo così insormontabile.
A giudicare dalle dichiarazioni dei leader nazionali, sembra un'unione impossibile. Invece, magari, con un rito ambrosiano in chiave lombarda si potrebbe superare. Bisogna scrivere una nuova pagina per la Lombardia, che vada oltre il dominio del centrodestra e della Lega.
La Lombardia, insomma, come laboratorio di nuovi percorsi politici che indicano la strada anche a livello nazionale. Sarebbe interessante.