Regionali 2023, ancora nessuna decisione sulle primarie: Majorino resta in pole come candidato contro Maran
La direzione regionale del Partito democratico lombardo si è riunita nel pomeriggio di ieri, lunedì 14 novembre, per decidere il da farsi in vista delle elezioni per la Regione. Le proposte sul piatto sono la auto-candidatura di Pierfrancesco Maran, che ha deciso sabato 12 di correre per le primarie, e l'ipotesi, nata subito il passo avanti dell'assessore del Comune di Milano, di schierare l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino. Che, però, non sembra intenzionato a sottoporsi al vaglio delle primarie.
Al momento non è chiaro quale sia l'esito della riunione di gabinetto dei vertici del Pd lombardo, se non l'approvazione della rosa di nomi. Probabilmente perché, in realtà, non si è arrivati a nessuna decisione concreta.
Di sicuro si sa che i componenti della direzione regionale si sono rifiutati di votare sul percorso da seguire per esprimere il candidato. Il segretario regionale Vincenzo Peluffo sembra intenzionato a non indire le primarie, ma tanti altri consiglieri, ascoltando le voci dell'elettorato, sono di un altro avviso.
Il post di Majorino
Dopo quello, al vetriolo, di domenica 13 novembre, in cui criticava Maran per un suo ipotetico avvicinamento alla candidata del Terzo polo, Letizia Moratti, mentre ha escluso l'alleanza con il Movimento 5 Stelle, ritenendolo "lontanato dal comune sentire dei milanesi" (provocando la dura reazione del coordinatore regionale Dario Violi), Majorino si fa sentire di nuovo tramite i social.
Nella serata di ieri, infatti, pubblica su Facebook un posto che appare come una premonizione dell'annuncio che, si spera, nella giornata di oggi arriverà dai vertici (se ne esistono ancora) del Partito democratico.
"In Lombardia serve un enorme cambiamento. Per questo dobbiamo battere Fontana e non abbiamo bisogno in alcun modo di Letizia Moratti". Insomma dalla direzione regionale del Pd il progetto già convincente sembra quello di Majorino e non quello di Maran.
Ma il post è anche un invito all'avversario interno a scendere a compromessi: "Stiamo uniti e mandiamoli a casa", scrive Majorino ed è evidente l'obiettivo di voler suggerire a Maran di convergere sul suo unico nome.
L'unico dubbio che resta è perché il nome di Majorino, apparentemente gradito alla direzione del partito senza neanche dover ricorrere alle elezioni primarie, non sia spuntato prima che Maran abbia bruciato il suo.
La reazione di Maran
Decisamente più enigmatico e forse anche elegante il post pubblicato su Facebook nella giornata di ieri da Maran. "Oggi – scrive – moltissime voci si son levate a favore delle primarie e ci tengo a ringraziare i tanti di voi che mi stanno scrivendo per mettersi a disposizione per la mia candidatura".
Il messaggio è chiaro: facciamo le primarie anche se scende in campo un "big" come Majorino e giochiamocela a suon di voti. E infatti coincide con quanto dichiarato poche ore prima a Il Post: "Oggi (il 14 novembre, ndr) son successi due fatti nuovi. La prima è che Vittorio Agnoletto ha annunciato la sua disponibilità a partecipare alle primarie".
"La seconda – continua – è che Pierfrancesco Majorino ha indicato una proposta politica diversa da quella che ho presentato sabato, ma che è parimenti interessante". E chissà se la scelta di anteporre il passo avanti di Agnoletto a quello del suo omonimo sia stata determinata solo da un fattore cronologico o dal voler, implicitamente, dare più importanza, appunto, alla prima che alla seconda.
Ma soprattutto Maran ribadisce all'amico eurodeputato, che invece non sarebbe molto interessato, la necessità di confrontarsi durante le primarie: "Credo che questo metodo di scelta consenta un sano confronto di idee e persone, e una strada per sanare eventuali divisioni". Eventuali eh.
E, a questo proposito, all'inizio dell'intervista aveva esplicitamente detto: "Mi sono candidato a Presidente di Regione Lombardia ponendo come condizione per me imprescindibile la legittimazione di un voto alle primarie". A voler dire "io sono questo", gli altri?