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Regala 400 biglietti del film di Paola Cortellesi, gli studenti: “Ora sappiamo come fare la differenza”

I commenti a Fanpage.it degli studenti di Lodi che hanno assistito alla visione gratuita del film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, offerto alle scuole da un anonimo benefattore della città per sensibilizzare le giovani generazioni sulla questione femminile.
A cura di Francesca Del Boca
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Sono stati ben 400 gli studenti che, nei giorni scorsi, hanno potuto assistere gratuitamente alla visione del film di Paola Cortellesi C'è ancora domani, proiettato nella sala del cinema Moderno di Lodi.

A offrire loro questa opportunità è stato un anonimo benefattore che vive in provincia e che, dopo aver contattato il Comune, ha deciso di regalare centinaia di biglietti agli alunni della città, pagandoli di tasca propria. "Vorrei sensibilizzare i più giovani sul tema dei diritti delle donne e dell'importanza del voto", ha spiegato all'assessora all'Istruzione Laura Tagliaferri il filantropo, che nonostante le insistenze di stampa e concittadini non ha voluto rendere pubblico il proprio nome. Un gesto apprezzato in primis dalla regista e attrice Paola Cortellesi ("Sono onorata", ha detto).

Ma anche gli studenti che hanno assistito alla proiezione gratuita hanno commentato il film, tramite alcuni docenti, con Fanpage.it. alla Tra loro c'erano anche i ragazzi e le ragazze del centro di formazione professionale cittadino Calam, a fianco della professoressa Consuelo De Agostini. "Secondo me non abbiamo visto un film, ma uno spaccato molto realistico di quanto accade nella normalità delle nostre case", ha commentato Miriam, alunna 17enne. "La regista però ci ha insegnato che il riscatto e la nostra difesa sono insite nella cultura, e nel potere che la nostra intelligenza può utilizzare contro la violenza".

"Il ballo della violenza domestica mi ha trasmesso un senso di impotenza, perché dà ritmo alla banalità del male. L'atto finale, la fuga che speravo inizialmente essere per amore, mi ha fatto capire che ci sono molti modi per lottare, per prenderci la libertà che ci è dovuta, per spogliarci dall'umiliazione", sono invece le parole della compagna di classe Alessia. "Il primo è esercitare un diritto, che è costato alle nostre bisnonne tanto quanto la loro intera vita. E per questo è un dovere a cui non possiamo sottrarci".

"Non ho mai pensato al voto delle donne come un atto rivoluzionario, anche se mi è stato insegnato, l'ho letto e studiato", parla invece Matteo. "Con questo film ho capito che ci sono delle cose che possiamo fare, e altre che dobbiamo fare. Più volte avrei voluto saltare dentro il film e intervenire, ma di certo adesso mi è più chiaro come posso fare la differenza. Non certo con la violenza".

"Ho capito il film solo dopo due ore che la visione era terminata", conclude Giada, 16 anni. "Ho dovuto fermarmi perché ho sperato che Devoannà fosse l'ultima cosa che la protagonista pronunciasse dando le spalle a quel marito violento e viscido, invece non va da nessuna parte. Ma donne come lei hanno permesso a noi oggi di voltarci e andare via". 

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