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Rave party e assembramenti in Darsena a Milano, il consigliere De Chirico denuncia il sindaco Sala

Dopo gli assembramenti senza mascherina e il rave party andato in scena sabato sera a Milano, in zona Darsena, il consigliere comunale Alessandro De Chirico ha intenzione di denunciare il sindaco Beppe Sala per omissione di atti d’ufficio: “C’è una chiara responsabilità politica nell’incapacità di gestire l’ordine pubblico”.
A cura di Francesco Loiacono
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Non bastassero le polemiche per il rave party andato in scena sabato sera in zona Darsena a Milano, le cui immagini hanno fatto il giro dei vari social network e telegiornali, adesso il sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala potrebbe trovarsi a dover affrontare anche una denuncia. Il consigliere comunale Alessandro De Chirico, che a Palazzo Marino siede tra i banchi dell'opposizione, nelle file di Forza Italia, ha infatti intenzione di denunciare il sindaco Sala per omissione di atti d'ufficio.

"Solo 12 ore prima del folle rave-covid party Sala ha registrato un video per chiedere più controlli sulla Darsena", ha scritto De Chirico in una nota. Il riferimento è al messaggio diffuso sabato mattina dal sindaco sui propri social, in cui Sala sottolineava come la "terza ondata" della pandemia fosse ormai arrivata e chiedeva comportamenti responsabili a tutti i milanesi in vista dell'ultimo weekend "in giallo" prima del passaggio di tutta la Lombardia in fascia arancione, scattato da oggi. "Dov’erano questi controlli? A chi li chiedeva? È ancora lui il primo cittadino, nonché la prima autorità della salute dei milanesi, come spesso ha ricordato mentre criticava le altre Istituzioni, e che come tale deve agire per governare al meglio Milano", ha commentato il consigliere De Chirico, definendo le scene degli assembramenti in Darsena (in alcuni casi senza mascherina) "indecenti".

De Chirico: Chiara responsabilità politica

"C'è una chiara responsabilità politica nell'incapacità di gestire l'ordine pubblico – ha scritto De Chirico – Se la Scavuzzo (la vice sindaca, ndr), con delega alla Polizia Locale, non ha mandato ordine di intervenire deve essere immediatamente rimossa dall'incarico. Se l'ordine di servizio è stato mandato e il comandante Ciacci non ha impiegato sul posto un equo contingente di Vigili per chiudere la Darsena deve essere immediatamente sostituito". De Chirico, contattato da Fanpage.it, ha confermato la sua intenzione di procedere oggi stesso con la denuncia: "Questa volta qualche testa dovrà cadere per forza".

Le scene di sabato sera avevano già costretto Sala a intervenire su Facebook, per rispondere alle tante critiche piovutegli addosso: "Ieri sera (sabato, ndr) intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità (il numero l’ho ricevuto dal Prefetto). E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza. Questa è la realtà. Sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? – aveva scritto il sindaco – Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Avete idea di quanti luoghi cittadini raccolgono la sera persone che si aggregano?". Sala si era però in un certo senso smentito l'indomani, perché domenica la Darsena era stata in effetti transennata per limitare l'afflusso di persone.

Intanto proseguono le indagini delle forze dell'ordine su coloro che hanno organizzato e partecipato al rave party – con tanto di amplificatori e musica – in Darsena. Si ipotizza il coinvolgimento di alcuni centri sociali, circostanza che ha scatenato l'attacco di un loro storico "avversario", l'assessore regionale alla Sicurezza (ed ex vice sindaco di Milano) Riccardo De Corato: "Il sindaco Sala avrebbe fatto bene a parlare con i suoi amici antagonisti invece di fare il video appello di sabato". In difesa del sindaco la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza: "De Corato avrebbe dovuto sostenere il sindaco nel suo richiamo alla cittadinanza anziché attaccarlo, anche perché dovrebbe sapere bene che, dato il numero di persone presenti, non era possibile alcun intervento".

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