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Rave party a Maleo, identificati gli organizzatori. L’assessore Foroni: “Mandiamoli a pulire cessi”

“Non si può più andare avanti con gli irresponsabili che pensano di essere sopra la legge”. Lo ha detto l’assessore lombardo alla Protezione civile, Pietro Foroni, a proposito del rave party abusivo con 700 persone che si è tenuto a Maleo, comune del Lodigiano dove Foroni vive e di cui è stato il sindaco. I carabinieri hanno intanto identificato gli organizzatori: “Mandiamoli a ‘pulire cessi’ e con opere di assistenza sociale a favore di chi soffre e ha bisogno”, si è sfogato l’assessore.
A cura di Francesco Loiacono
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Non si placano le polemiche per il rave party abusivo con circa 700 persone organizzato tra la notte di sabato e il pomeriggio di domenica a Maleo, piccolo comune nel Lodigiano vicino Codogno che fu tra quelli "chiusi" per la prima "zona rossa" dovuta al Coronavirus. Un duro sfogo sulla vicenda è arrivato dall'assessore lombardo alla Protezione civile Pietro Foroni, originario proprio di Maleo nonché in passato sindaco del paese. Dopo aver ringraziato le forze dell'ordine, l'amministrazione comunale e tutti i compaesani per aver saputo gestire la situazione senza che degenerasse, sul proprio profilo Facebook Foroni ha scritto: "Non è possibile che certi episodi si verifichino. Occorre cambiare la normativa statale, basta buonismo e politicamente corretto e certa ‘gente' non deve nemmeno permettersi di pensare, solo di pensare, di organizzare certe iniziative in violazione di tutte le normative e senza rispetto di chi ancora soffre per il covid. E se lo fa – ha aggiunto l'assessore – il giorno dopo deve essere immediatamente sanzionata e punita. Punita realmente. Non con la galera, per carità. Ma mandandoli a ‘pulire cessi' e con opere di assistenza sociale a favore di chi soffre e ha bisogno. Scusate lo sfogo personale – ha concluso Foroni – Ma non si può più andare avanti con gli irresponsabili che pensano di essere sopra la legge".

A Maleo erano stati accertati tre casi di variante Delta

In realtà la Legge si è mossa: stando a quanto riporta il quotidiano locale "Il Cittadino", infatti, i dieci organizzatori del rave party sono stati identificati dai carabinieri. Adesso la procura, che aveva aperto un fascicolo sulla vicenda, dovrà accertare i reati commessi. Il rave, al quale hanno partecipato ragazzi per lo più senza mascherina e che non hanno rispettato il distanziamento, si è concluso attorno alle 14 di ieri, anche se alcuni dei partecipanti sono rimasti intorno alla zona dell'ex cava di Cascina Ronchi, individuata come sede del raduno. L'area in cui si è tenuto il rave è stata ripulita in parte dai partecipanti, che hanno buttato tutta l'immondizia in alcuni sacchi lasciati nell'ex cava. Sia l'arrivo sia il deflusso delle centinaia di giovani che hanno preso parte al rave, arrivando da varie parti del Nord Italia, sono avvenuti sotto lo sguardo delle forze dell'ordine, che considerando il numero dei partecipanti hanno potuto solo monitorare la situazione ed evitare che vi fossero incidenti. A preoccupare il sindaco Dante Sguazzi e i malerini era stata in particolare la circostanza della scoperta, qualche giorno prima del party abusivo, di tre casi accertati di variante Delta in un focolaio di 11 contagi: la speranza è che l'evento, che si è tenuto comunque a un paio di chilometri dal centro abitato, non abbia alcuna conseguenza dal punto di vista dell'incremento dei contagi.

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